27 agosto 2018

DIZIONARIO DELLA MODA: Y



YACHTMAN
Speciale giacca blu con spalle strette e busto piatto adatta all'ambiente marino.

YAK (YACK)
Bovide che vive nelle regioni dell'Himalaya (tra i 4.000 e i 6.000 m di altitudine), in Tibet, nell'Altopiano del Pamir, nell'Asia Centrale, nella Mongolia, nel Kirgizistan, nel Tadzikistan, nell'Altai. Lo yak alla spalla è alto tra i 150 e i 200 cm. In media il peso delle femmine è tra i 225/315 kg, e quello dei maschi è tra i 360/450 kg. Esistono tuttora mandrie di yak allo stato selvatico nelle località di montagna disabitate e più impervie. I greggi di yak addomesticati sono utilizzati dagli abitanti delle varie località per diverse prestazioni: latte, carne, trasporto, combustibile, materie tessili. Nello yak selvatico il colore del mantello è prevalentemente il nero, o il marrone con una macchia bianca sul muso. Quello domestico può essere nero, grigio, bianco, marrone (più o meno rossastro), pezzato, variegato. Tale varietà deriva dagli avvenuti incroci con bovini e zebù.Il mantello è folto e caldo e, nell'inverno, si forma anche un abbondante sottopelo o borra, scarsamente provvisto di grasso. Il sottopelo è particolarmente abbondante e fine nel vitello di un anno di età (15-17 micron di diametro e 4-5 cm di lunghezza). Negli adulti ha un diametro di 18/19 micron, ed è lungo 3-3,5 cm il pelame è relativamente più breve sulla testa, al garrese, lungo il dorso, mentre è più lungo alle spalle, ai fianchi, alle cosce. È ondulato e scende, ai fianchi, a formare frangine e festoni. Il pelo è normalmente utilizzato per tessere coperture per le capanne, coperte, stuoie, sacchi. Con i peli della coda si realizzano corde molto robuste. Con il sottopelo si fabbricano dei feltri. L'adulto produce annualmente 0,75-1 kg di pelo e 0,35-0,50 kg di borra: le femmine danno generalmente meno fibra. La raccolta del pelo è fatta in primavera, all'inizio della transumanza e con la muta; lo si ottiene raccogliendo le masse che si distaccono spontaneamente oppure strigliando il ventre, le spalle ed i fianchi. In taluni casi si pratica la tosatura. Con la borra, di colore marrone e bruno scuro si ottiene una fibra tessile per la realizzazione di filati per maglieria e tessuti e coperte, simili come pregio al cammello o al cashmere: con la massa di fibre meno fini vengono invece realizzati, tra l'altro, tappeti artigianali particolarmente robusti e di apprezzabile aspetto estetico, in svariate combinazioni di colori naturali. 

YARD (simbolo Yd)
Misura lineare inglese, usata per la titolazione dei filati: si divide in 36 pollici pari a m 0,914399. In italiano: Iarda.

YÉ-YÉ 
Il nome deriva da yeah, yeah intercalare delle canzoni dei Beatles. Termine usato per riassumere lo stile dell'abbigliamento dei primi anni sessanta, caratterizzato da tagli geometrici, gonne pantalone, tutine, casacche. Stile sfrontato. Tornano i colori accesi per gli uomini. Minigonne per le ragazze. Geometrie di gusto optical.

YUBA
Filato in lana e cotone ingabbiato in una leggera rete trasparente tale da conferire un effetto a due colori con tocchi di lucido opaco.

Leggero kimono di cotone o a volte anche in lino, che ha maniche larghe e cuciture piatte, usato soprattutto d'estate, è indossato con la sola biancheria sotto. Non ha una fodera. Tradizionalmente lo yukata era di colore indaco, ma oggigiorno è disponibile in una vasta varietà di colori, fantasie e stili, anche se ancora predomina il colore bianco e blu. Il lato sinistro dell'indumento viene sovrapposto sul lato destro (il contrario va evitato, dato che soltanto ai funerali si sovrappone il destro sul sinistro) e viene usato l'obi,  una cintura apposita, per chiudere lo yukatacon un fiocco dietro (sempre più spesso si trovano cinture con il fiocco già fatto, facili e veloci da indossare). Solitamente portato con dei sandali infradito aperti (i geta). Lo yukata, essendo un kimono molto informale, viene indossato anche dopo il bagno nei ryokan, gli alberghi tradizionali giapponesi.

YUPPIES 
Deriva dalla contrazione della sigla: Young Urban Professional.
Descrive l'abbigliamento e lo stile di vita di una giovane tribù internazionale della metà degli anni '80, di tutte le maggiori aree urbane internazionali. Edonisti, ambiziosi, composta per lo più da single, di estrazione sociale medio alta e di entrambi i sessi, con molto denaro a disposizione, da esibire vestendo solo abiti firmati ed accessori di lusso e frequentando locali alla moda.

YŪZEN 
Prende il nome dal suo inventore, Miyazaki Yūzen, decoratore di ventagli di Kyoto che l'avrebbe perfezionata tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo.
Tecnica giapponese di tintura a riserva in cui i disegni sono dipinti a mano libera.   

                   

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