29 agosto 2018

DIZIONARIO DELLA MODA: V





VACCHETTA
Cuoio ricavato da pelli di vacca conciate con estratti vegetali e ingrassate. La vacchetta si adopera soprattutto per tomaia di scarpe robuste e per valigeria.  

VAIO 
Dal latino varius, tramite il francese antico vair,  con il significato di variegato, di vario colore. Pelliccia dello scoiattolo del nord, che indica il ventre invernale dello scoiattolo, roditore che vive nella Svezia, in Russia (specialmente Siberia). Il ventre di questo scoiattoli è quasi completamente bianco mentre il dorso è grigio ardesia, e queste parti dello scoiattolo si usano separati. In età medioevale si usava la parte bianca della pelliccia ed era distintivo di magistrati, dignitari, dottori, ordini cavallereschi. Ritornato di moda a metà dell'Ottocento, si prese ad usare anche le parti grigie della schiena. Da qui il nome francese con cui oggi è più comunemente nota di petit-gris.  L'impiego in pellicceria è per interni dei capi per la sua leggerezza e ingombro limitato. Questa pelliccia è morbida al tatto e conferisce una particolare distinzione. L'indice di durata è 30.

VALENCIENNES [pronuncia: valasién]  
Prende il nome dalla omonima città del Belgio. Merletto di cotone o lino, lavorato a fuselli, molto leggero caratterizzato da uno sfondo reticolato a piccoli rombi. Viene fabbricato su scala industriale con telai simili a quelli impiegati per il tulle.

VALENKI
Stivaletti russi per affrontare l'inverno sulla neve (o doposci) in feltro di lana di pecora. l'interno è foderato in lana con imbottitura termica; la tomaia in nylon pesante, totalmente impermeabilizzata con riporti in pelle “vacchetta”; le cuciture sono sigillate manualmente per garantire la massima impermeabilizzazione. L'ntersuola è in feltro di lana per una maggiore termicità, il battistrada in gomma per ottenere la migliore aderenza su qualsiasi tipo di terreno (la gomma ha caratteristiche di massima resistenza all'abrasione). I valenki sono generalmente realizzati in lana marrone, nero, grigio e bianco. Per farli durare più a lungo dovrebbero essere ricoperti da calosce. Oggi si trovano modelli anche con ricami e decorazioni.

VAMP
Abbreviazione di vampiro. Indica una donna dal fascino aggressivo e sensuale.

VANISÉ  
Termine francese. Tecnica di lavorazione a maglia mediante la quale sono immagliati due fili, in modo che uno copra uniformemente l'altro; pertanto una faccia di tessuto sarà formata solo da un filo e l'altra dal secondo filo. Si ottengono tessuti con le due facce di colore diverso, oppure di fibra diversa (per esempio: cotone all'interno e lana all'esterno). Si parla anche, per questa particolare tecnica di lavorazione, di placcato.

VAPORISSAGGIO  
Da vapore, sul modello del francese "vaporisage". 1. Operazione di finissaggio eseguita sui tessuti. Il tessuto viene trattato con vapore, ad una temperatura e per un tempo predeterminati, per provocare un certo assestamento dimensionale (quindi con un miglioramento della stabilità) e per accentuare la morbidezza e la voluminosità. Se il vaporissaggio è seguito da una pressione con una tavola riscaldata, si deve parlare di una operazione di stiro. 2. L'operazione che utilizza il vapore saturo come mezzo di sviluppo e fissazione dei colori stampati.

VAPORIZZATORE
La macchina che realizza il trattamento del tessuto a vapore.
Si possono dividere i vaporizzaggi in diverse categorie di base:

- Vaporizzaggi discontinui. Una certa quantità di tessuto viene appesa su appositi supporti in una camera di vaporizzazione che, dopo chiusura, viene alimentata con vapore a temperatura e pressione definita per il periodo richiesto dalla fibra e dalla classe di colorante impiegata. A trattamento completato il tessuto viene estratto manualmente dalla camera. Questi vaporizzatori discontinui possono essere di tipo atmosferico, operando quindi a pressione atmosferica o di tipo autoclave che operano a pressione superiore all'ambiente (fino a 3-4 bar). Sono vaporizzaggi ancora in uso in tante piccole stamperie.
- Vaporizzatori continui. I vaporizzatori continui possono essere sia a cilindri che a falde libere. Camera chiusa entro la quale il tessuto è condotto su rullini, in un percorso preferibilmente a spirale oppure appeso a falde in avanzamento. Il materiale viene introdotto continuamente in una grande camera di vaporizzaggio, alimentata da vapore, sotto forma di falde sospese per assicurare una completa assenza di tensione. Nella camera di vaporizzaggio solo il lato non stampato del tessuto viene a contatto con i cilindri così da evitare marcature e sfregamenti. Al termine il tessuto viene continuamente estratto dalla camera tramite cilindri di estrazione e mandato nel carrello di raccolta per mezzo del faldatore. La velocità di lavoro della macchina è regolabile entro un ampia gamma, scegliendo il valore in relazione ai tempi di permanenza richiesti. La camera di vaporizzaggio è alimentata dal vapore vivo, la cui quantità e portata vengono regolati a seconda delle fibre e dei coloranti che devono essere trattati. 
- Vaporizzatori a stella. Autoclave verticale entro il quale vengono appese sugli uncini di un supporto stellare le pezze da vaporizzare.

VAPOROSO  
Aggettivo da vapore. Assai leggero, di poco peso, di poco spessore: un velo vaporoso.

VARIANTE
Si intende la variante colore, differente versione cromatica, rispetto a quella base della tirella, dello stesso disegno o tessuto. 

VARIOPINTO
Per un abito, un tessuto, un ricamo, che appaia composto di più colori. Altro sinonimo: multicolore.

VASCETTA
Calz. - Parte anteriore della calzatura, limitata anteriormente e lateralmente dallo spigolo che essa forma con la fascia.

VELA
1. Parte visibile del collo di una camicia che può essere separata o costituire un unico particolare con il listino. A seconda della vela si hanno diversi tipi di collo. 2. Tessuto di cotone o di tela Olona, ad armatura tela o reps, molto robusto.

VELCRO
Dalle parole francesi VELours = velluto e CROchet = uncino, che le diede il suo inventore. Consiste di due nastri in poliammide (ma in alcuni tipi viene aggiunto del poliestere, per renderlo resistente), uno coperto con migliaia di piccoli uncini (ganci) molto sottili e l'altra di cappi (anelli) molto piccoli che quando vengono schiacciati l'uno contro l'altro, aderiscono perfettamente; sono molto resistenti rispetto alle forze di strappo presenti in una giuntura semplicemente sovrapposta e tuttavia si aprono facilmente quando è necessario. Ogni lato del nastro viene unito al capo semplicemente mediante cucitura. La tecnologia è arrivata al punto di produrne dei tipi resistenti alle altissime temperature e non infiammabile, neppure in presenza di ossigeno puro. Nell'abbigliamento ne limita l'uso la sua inflessibilità, soprattutto su abiti di peso leggero. Viene impiegata per chiusure regolabili come quelle ai polsi o alle caviglie di tute e abiti impermeabili, e, più frequentemente, nell'arredamento. La sua versatilità e le sue performance di utilizzo sono in crescita costante e viene impiegato sempre in nuove applicazioni.

VELETTA  
Diminutivo di velo. Piccolo velo di tessuto leggerissimo e trasparente, talvolta a rete a maglia aperte di diversa forma, talora con applicazioni di pallini di ciniglia, che avvolge il cappello femminile scendendo sul volto per ombreggiarlo. 

Inglese
: Eye -veil | Hat veil - Francese: Voilette - Tedesco: Schleier | Hutschleier - Spagnolo: Velo


VELI DI RESINA
Sono ottenuti con il sistema della fabbricazione dei non tessuti a estrusione di una massa fusa. Sono pertanto dei veri e propri non tessuti di peso leggero variante fra i 20 e i 40 gr./mq. in cui la materia prima è in genere poliammide termoplastica e si comportano proprio come un vero e proprio termoadesivo. Possono servire per operazioni tecniche tipo: bloccaggio della paramontura nei capi spalla o più semplicemente per costruire degli orli (biadesivo). Questi nastri possono essere forniti anche con una carta speciale che protegge il sottile velo di resina: il nastro si stira dalla parte della carta, che una volta raffreddata viene tolta.

VELLO  
Dal latino vellus, lana tosata. 1. Il manto lanuto di una pecora, che ripara l'animale dal freddo e dall'acqua. L'operazione che consente di togliere la lana dall'animale vivo, che esperti tosatori compiono generalmente a mano in pochi minuti, si chiama tosa. 2. Tessuto caratterizzato da pelo alto e morbido: il termine si applica a tutti quei materiali intessuti o immagliati con pelo. L'intensa garzatura o il pelo del filato usato forniscono molte sacche d'aria, creando un materiale con elevate proprietà isolanti e coibenti.

VELLUTATO  
Da velluto. Tessuto di qualsiasi fibra a superficie pelosa e morbida, con aspetto simile al velluto.

VELLUTINO  
Diminutivo di velluto. Tessuto a pelo di trama solitamente in cotone, ma talvolta in raion, a pelo corto e compatto. Le migliori qualità sono fabbricate con un armatura del fondo saia allestita con cotone pettinato e mercerizzato. Il pelo può essere paraffinato per una migliore lucentezza. Di solito è tinto in pezza ma può essere anche stampato. È usato per abbigliamento femminile, passamanerie e tappezzerie.

VELLUTO  
Dal latino villutus, derivato da villus "pelo". In genere tessuto che presenta una superficie di fitto pelo disposto perpendicolarmente all'armatura, liscio, compatto, brillante. Il fondo può avere una armatura tela, raso o saglia. I velluti sono dei tessuti di un certo spessore caratteristici per la presenza di anelli o peli sporgenti. Possono essere fabbricati con due sistemi fondamentali di tessitura: a ferri o a doppia altezza. Nel primo caso oltre ad un tessuto di fondo (legatura) vi è una catena supplementare; durante il tessimento s'introduce nel passo dell'ordito una verga di ferro che, all'estrazione, può lasciare i fili supplementari arcuati ad anello (velluto riccio) oppure tagliarli sulla sommità dell'anello creando il caratteristico pelo. Nel secondo sistema si eseguono a telaio due tessuti di fondo sovrapposti, mantenuti ad una certa distanza, e legati ad una catena supplementare, comune ad entrambi. Dopo il tessimento si dividono i due tessuti, tagliando al centro i fili supplementari, che creano in tal modo l'effetto del pelo. In tutti questi procedimenti il pelo appare unito, compatto, liscio. Altra variante è il velluto a coste, che può essere ottenuto sia per effetto di tessitura, sia per un procedimento di spazzolatura, ceratura, calandratura, ecc. È formato da costine parallele di vario spessore. Anche qui ci sono molte varietà: a costa larga, media, a 500 righe, a 1000 righe, ecc. Altri velluti sono stampati, operati, calandrati, ecc. Vengono realizzati in tutte le fibre, anche se quello di cotone è il più usato.

Inglese: Velvet - Francese: Velours - Tedesco: Samt - Spagnolo: Terciopelo

Sono detti falsi velluti quelli ottenuti con armatura semplice, il cui pelo vellutato deriva da operazioni di follatura, garzatura, cimatura, spazzolatura (esempio il beaver, il velours cardato, il fustagno).

VELLUTO IMPRESSO
Velluto con finitura schiacciata o pressata. 

VELLUTO OTTOMANO 
Non ha nulla a che vedere con i velluti a pelo, nonostante il suo nome. Tessuto che si ha quando un faille viene costruito con un reps irregolare; la regola per ottenerlo e la sua messa a telaio sono uguali.

VELLUTO PANÉ
Tessuto morbido simile al velluto, con peluria stirata e superficie molto lucida.  

VELO (tessuto)
Dal latino velum, in quanto il velo che copre la testa e le spalle è così chiamato non tanto per il tessuto di cui è fatto (che può essere anche una stoffa più fitta e pesante) quanto per la sua funzione di velare il volto o avvolgere la testa. 1. Tessuto trasparente in armatura tela, leggerissimo fabbricato con fibre naturali, artificiali e sintetiche, molto ritorte. È caratterizzato da un ugual numero di fili in ordito ed in trama, e solitamente è apprettato. Viene usato spesso in sovrapposizione ad altri tessuti. Può essere unito, stampato, ricamato, merlettato o damascato. Usato per bluse e abiti femminili, abiti nuziali o da cerimonia, biancheria intima femminile, abbigliamento per bambina. In francese è detto voile. 2. Accessorio di forma quadrangolare o triangolare, di solito in tulle, organza, merletto, da portarsi in capo come segno di devozione o come parte di un abito regionale o tradizionale, complemento rituale dell'abito da sposa.

VELO
Ind. tess. -  Nell'industria tessile indica l'insieme delle fibre discontinue che si presenta all'uscita della carda o della pettinatrice, oppure l'insieme preparato da alcune macchine per la formazione di non tessuti: le fibre sono più o meno parallele nel primo caso, senza alcuna direzione preferenziale nel secondo.


VELOCITÀ DI FILATURA
La velocità alla quale la soluzione di filatura o la massa fusa fuoriesce dalla filiera. Deve essere distinta dalla velocità di avvolgimento del filo, che di regola è superiore.

VELOURS  
Dal provenzale velos, dal latino villosus, "peloso". 1. Tessuto in lana o misto, generalmente cardato, soffice e morbido, a superficie garzata e cimata, con effetto di velluto a pelo fitto e corto, ottenuta mediante garzatura previa follatura. È usato per cappotti, tailleur, ecc. 2. Termine francese per velluto.

VELVET  
Voce inglese. Tessuto di cotone vellutato, leggero e liscio. Sinonimo in inglese di velluto.

VELVETEEN  
1. Tessuto di cotone, ad armatura diagonale o semplice, con un corto pelo della trama che imita il velluto. 2. Detto anche di velluto di cotone.

VENDEUSE  
Voce francese. Venditrice, commessa delle case di moda.
 
VENTAGLIO
Dal provenzale antico ventalih, da ventar "sventolare". Oggetto per farsi vento, per lo più costituito da una striscia di carta, seta e similari, incollata su sottili stecche di legno, avorio, madreperla, tartaruga o oltri materiali, congiunte e imperniate a una estremità in modo da potersi aprire e chiudere su se stesse.

Parti che compongono un ventaglio:
  • Le stecche si dividono in due parti: la parte bassa detta "brin" o stecche propriamente dette, il cui numero generalmente varia da quindici a ventidue e la parte alta detta "fleche" coperta dalla foglia;
  • la foglia è la parte in pergamena (pelle di pollo), seta, pizzo, carta, che viene attaccata sul prolungamento delle stecche;
  • la tete l'estremità inferiore di ciascuna stecca riunita da un anello detto archetto;
  • la panache o "madre stecca", cioè l'una e l'altra delle due estremità che si vedono in bella vista quando il ventaglio è chiuso(si chiamano anche listoni).
Tra i ventagli rigidi abbiamo i seguenti tipi:
  • ventola, formato da uno schermo sostenuto da un manico, poteva essere di materiali vari (legno, cuoio,frange vegetali) e avere forme diverse;
  • a coccarda, solitamente di forma circolare, realizzato in pergamena pieghettata o stoffa rigida o carta con i due lembi attaccati ad un paio di stecche ed imperniati ad una estremità, come un compasso: nell'aprirsi faceva un giro di 360°.
VERGA  
Dal latino vǐrgaOrgano del telaio tessile, sia a mano che meccanico, costituito da una bacchetta che, in coppia con un'altra uguale, assicura il parallelismo dei fili dell'ordito e la regolare distanza tra i licci e il punto di apertura del passo.

VERGATO  
Participio passato di vergare. Stoffa o abito con colori disposti a strisce rigate parallele di colore diverso; striato.

VERGOLA (VERGOLINA)
1. Filo di seta raddoppiato e torto, sartorialmente adoperato, per la preparazione e il rinforzo delle asole. 2. Per estensione però il termine è rimasto per indicare il filo, generalmente in poliestere, di rinforzo delle asole.

VERNICE
È una pelle verniciata con particolari sostanze per ottenere un aspetto molto lucido e brillante. Si utilizza per scarpe eleganti. Si adatta molto bene in conbinazione con altri materiali  come vitello, camoscio, rettile. È detta anche coppale.

VESTAGLIA  (VESTE DA CAMERA)
Da veste. Veste da camera o da casa, maschile o femminile, ampia e lunga (per l'uomo a mezza gamba, per la donna fino ai piedi), di vario tessuto (generalmente, seta o flanella di lana). Comunemente con maniche lunghe, completamente aperta sul davanti e tenuta chiusa con una cintura allacciata in vita, o anche, nella versione femminile, abbottonata completamente e senza cintura.

Inglese: Dressing-gown - Francese: Robe de plage - Tedesco: Strandkleid

VESTAGLIETTA  
Diminutivo di vestaglia. Abitino femminile corto e leggero, in genere aperto sul davanti, di poco prezzo e di uso pratico.

VESTE
Dal latino
vĕstis. 1a. Termine generico, usato specialmente in riferimento ai costumi d'epoca. 1b. Per estensione, indica un indumento esteriore, composto da uno o più capi, da indossare sopra la biancheria intima o sotto al soprabito o sopravveste. È sinonimo di abito o vestito, ma con significato più generico e ampio.   

VESTIARIO
L'insieme dei capi e accessori. È sinonimo di guardaroba.

VESTIBILITÀ
Proprietà di un capo d'abbigliamento, un accessorio, o un prodotto di adattarsi alla corporatura di un individuo, di vestirlo bene. Nei modelli per il tessuto ortogonale (trama e ordito), bisogna aggiungere un paio di centimetri in più alla misura reale della circonferenza (ad esempio, di seno, vita e fianchi) per agevolare il movimento e assicurare il confort.

VESTIRE
Termine generico. Ricoprire con indumenti e accessori.

VESTITO  
Dal latino vestitusNome generico per indicare un capo d'abbigliamento. Suoi sinonimi sono abito e completo.

VICHY
Termine francese.
Il nome è dato dall'omonima città francese, nonché sito di produzione. Tessuto tradizionalmente a piccoli quadretti (ma anche con effetti maxi), dove il bianco che è fisso si alterna al blu, rosso, nero, o in delicate declinazioni col rosa confetto, giallo tenue, verde, lavanda, azzurro o ad altri colori. Perfetti nell'estate in un abito femminile o gonna dal sapore provenzale, short e camicette, in una camicia da uomo sportiva. Bisogna stare attenti all'effetto "tovaglia" sapendolo abbinare in un look glamour.

VICUÑA (VICINA)  
Dal voce spagnola, derivata dal nome che il popolo quechua ha dato a un piccolo camelide delle Ande. Fibra tessile pregiatissima ricavata dal pelo di vicugna, o vigogna, il camelide più piccolo (appartiene alla famiglia degli Auchenidi) che vive allo stato brado sugli altipiani (dai 3500 ai 5800 m) del Perù, Bolivia, Cile; da adulto raggiunge i 130 cm di altezza per un peso di 35-40 kg Il pelo, il più fine al mondo, ha una finezza pari a circa 12 micron (contro i 15 del cashmere), ed arriva ai 20 cm; da un animale adulto se ne raccolgono solo 200-250 grammi ogni due anni (per cui per realizzare un appotto di pura vicuna serve il ricavato della tosatura di 25/30 esemplari). Per poter ottenere il pelo debbono essere catturati, procedendo ad una vera e propria caccia (il rito del "chaccu) ad opera degli abitanti locali; questa operazione richiede l'intervento di centinaia di persone, e viene ripetuta una volta all'anno in luoghi diversi, per attingere in maniera progressiva ai branchi disponibili. Gli animali vengono spinti verso l'"imbuto" delimitato da corde che conduce inesorabilmente le vicunas verso il vicolo cieco, dove saranno catturate, tosate con cura e poi rimesse in libertà. Il mantello è molto soffice, ed è 5 volte più calda della lana, e per lo più di colore frumento, con gradazioni diverse (17 toni di colore naturale) denominate "vermejo, aleinado, ladrillo, rosaseca", ed altre ancora, che vanno dal tono castano al fulvo intenso, e che poi risultano assai uniformi dopo le operazioni preliminari alla filatura, assumendo il tipico aspetto "vicuna". Naturalmente la materia prima è tingibile, con processo analogo a quello specifico della lana. Oltre alla finezza, l'altro elemento che determina il notevole valore di questo pelo ricercato, è la minima disponibilità complessiva. Ciò in quanto i milioni di capi di vicuna che vivevano sulle Ande allo stato brado in epoca pre-colombiana, erano giunti a rischio di estinzione totale (non più di 5.000 esemplari) a metà degli anni '70. Per accordi internazionali mirati alla sua protezione, nel 1966 fu creata la prima area di ripopolamento nel territorio peruviano a Pampa Galeras, una "puna", tipica steppa d'altitudine nel comprensorio andino. Nel 2007 si stima che sono circa 140.000 gli animali stanziati in Perù.  Codice tessile: WC (EURATEX)                   

VIGOGNA (tessuto)  
Termine derivante dall'animale omonimo (Vicuña), ma con il quale non ha niente a che fare. Tessuto di flanella cardata, di peso medio, prevalentemente in tinta unita grigia, fortemente follato, fabbricato di solito con la lana rigenerata o con scarti di lavorazione.

VINILE
Resina vinilica che può essere usata per fabbricare dischi (i famosi 45 e 33 giri di qualche anno fa) o per impermeabilizzare tutta una serie di superfici. Con questo materiale sintetico si realizzano, negli anni '60, vestiti (minigonne) ed accessori (borsette, cinture, scarpe, cappelli) riconoscibili a colpo d'occhio per il loro aspetto brillante e laccato. Si trova in tutti i colori (anche se sono sorprendenti, in modo particolare, le tonalità del nero e del bianco, così come le tinte shocking dei fucsia, verde acido, rosso ciliegia o arancio carota).

VINILPELLE
Cuoio sintetico a base di resine poliviniliche.


VINTAGE  
Termine francese, che deriva da "l'âge du vin" (l'annata del vino) e, per estensione, da "vendange" (vendemmia) che riporta all'origine della parola che deriva dal latino vindemia, cioè "vendemmia". Anche se pronunciato all'inglese [vinteig] la pronuncia più corretta è dunque [véntadg]. Col tempo è passata a significare vecchie annate di vino e poi semplicemente qualcosa di vecchio, di un'altra epoca. Moda che contempla l'accostamento di un capo d'abbigliamento o un accessorio (o oggetto) prodotto almeno nel ventennio precedente a quello attuale, purché significativo per lo stile, con un capo contemporaneo. In realtà esistono due modi diversi di approcciare l'idea di vintage. 1a. Il primo è essenzialmente vestirsi con capi trovati nei negozi dell'usato; 1b. Il secondo, che è diventato una vera e propria metodologia progettuale, è riprodurre in maniera fedele abiti vecchi o antichi, senza apparentemente introdurre niente di creativo.  

VIP  
Sigla formata dalle iniziali della locuzione inglese Very Important Person, «persona molto importante». Uomo Personaggio famoso, di prestigio, autorevole.

VIRAGGIO  
Dal francese virage, da virer = virare. Mutamento di un colore, di una soluzione.

VISCOSA
Da viscoso. Fibra artificiale detta raion-viscosa. In filo continuo (di aspetto serico) e in fiocco (simile al cotone). È ottenuta dalla cellulosa molto pura. La sua materia prima è il legno (alberi di "pino del sud", a crescita veloce), o è costituita dai linters di cotone, trattata con soda caustica (processo di mercerizzazione) che trasforma la cellulosa in una specie di "sale", detto alcali cellulosa, che viene addizionato con solfuro di carbonio; si forma così lo xantogenato di cellulosa, una sostanza solubile in una soluzione di idrato sodico. In questo modo la cellulosa, insolubile in acqua, è stata trasformata in una sostanza solubile in acqua: la soluzione viene fatta passare attraverso un disco con sottili fori (estrusione); i filamenti liquidi che escono dalla filiera passano attraverso una soluzione di acido solforico che scompone lo xantogenato di cellulosa sotto forma di sottili fibre. Caratteristiche: mano dolce e aspetto serico (eccellenti caratteristiche estetiche per proprietà di brillantezza e drappeggio), comfort tipico delle fibre vegetali, buona resistenza all'usura (allo stato asciutto), elevata capacità di assorbimento dell'umidità , ottime proprietà di traspirabilità, antistaticità. Ha un eccellente mischiabilità con tutte le fibre naturali, artificiali e sintetiche; ha facilità di tintura e stampa, con risultati di solidità tinte al massimo livello. È biodegradabile. Impieghi: Sia nel campo dell'abbigliamento (in filo continuo per tessuti serici o foderame; come fiocco per tessuti di tipo cotoniero) che dell'arredamento.

Francese: Viscose - Inglese: Viscose - Tedesco: Viskose - Spagnolo: Viscosa

VISCOSITÀ
Una delle caratteristiche fondamentali delle paste da stampa per evitare l'allargamento dei colori stampati sul tessuto.

VISIERA  
Dal francese visière, dall'antico vis, viso. Tesa rigida a mezzaluna del berretto che sporge solo davanti, propria dei berretti militari o sportivi.

VISONE  
Dal francese vison, adattamento del tedesco Wiesel "donnola". Nome scientifico: Lutreola vison. Piccolo roditore semiacquatico lungo dai 50 ai 70 cm di cui 18 cm sono della coda a forma di spazzola. Si ricava una pregiatissima pelliccia lucente, folta e molto resistente. In origine vive nelle zone boscose del Nord America (Si trova in diverse varietà tra le quali le più note sono il visone del Labrador e l'Eastern Mink del Canada. Anche il visone del Quebec è ricercato per quanto sia il più piccolo dei visoni americani), ma attualmente viene allevato in Europa, in Asia e in America. È tra i primi giorni di dicembre e gli ultimi di gennaio che si uccidono i visoni. Bellezza e finezza e durata sono le qualità tipiche del visone. Data la sua scarsità allo stato selvaggio oltre il 90% di questi animaletti è di allevamento. È vero che si adatta al clima temperato, ma per ottenere un miglior pelame si deve portare l'allevamento in luoghi ove la temperatura arrivi al sottozero almeno per due mesi all'anno. I visoni nascono ogni anno in primavera e sul finire dell'anno sono pronti a diventare pelliccia. Con varie selezioni di accoppiamenti si sono create nuove e splendide varietà di visoni  dal manto sempre più prezioso e dalle sfumature di colori che copre una vasta gamma, che va dal bianco al nero attraverso tutte le sfumature del beige, del marrone e del grigio. Esiste il visone bianco, il visone bianco con una sfumatura nera lungo la schiena detto "visone reale", il visone biondo-miele o royal-pastel, il visone palomino, il Rosé canadese, il silver-blùe, il cerulean zaffiro, il visone "violet", il visone "azurine", il "dark", il "blak", tanto per ricordarne alcuni. La pelliccia del visone da allevamento si presenta più chiara a quella del visone selvaggio che è invece bruno scuro. Il suo indice di durata è 70, e la sua pelliccia lunga 35 cm e larga 15, dà una superficie utile di dm2 5 circa. Dopo lo zibellino il visone fornisce certamente la pelliccia più preziosa ed è ormai un classico intramontabile della pellicceria. Può essere infatti ancora considerato un articolo di lusso che impreziosisce qualsiasi confezione sia che venga utilizzato per un collo o paramani o come animaletto montato al naturale e annodato a guisa di una minuscola sciarpa, sia che venga utilizzato per un bizzarro cappellino. Ma le realizzazioni più ammirate sono i mantelli da sera, da pomeriggio, e, oggi, anche sportivi, le stole, le giacche e le minuscole cappe dei modelli più avvolgenti. In questi ultimi tempi i cappotti più eleganti vengono confezionati disponendo le pelli in senso trasversale anziché per il lungo, e in molti casi, utilizzandole a tutta larghezza. 

Francese
: Vison - Inglese: Mink - Tedesco: Nerz - Spagnolo: Vison


VITA BASSA
Punto vita più basso di quello naturale; molto in voga negli abiti femminili negli anni '20. 

VITELLO (pelle)
Pelle conciata dell'omonimo animale, impiegata soprattutto per la produzione di accessori quali scarpe, guanti, borse, ecc., ma anche per abbigliamento.

VIVAGNO
Dal latino medioevale vivagnum, derivato di
vivum «(margine oltre il quale comincia) il vivo (della stoffa)». Sinonimo italiano del più usato cimosa.

VIVEUR  
Voce francese, da vivre, «vivere», che significa, letteralmente, «vitaiolo»Uomo vissuto,, uomo di mondo, gaudente.

Marchio scozzese. Tessuto leggero garzato, in armatura saglia (2 fili giù e 2 su) in mischia 55% lana [merino] - 45% cotone, con piccole variazioni nel contenuto fibroso e nella grammatura, con disegni a righe o quadri. Vi è anche una versione 80% cotone e 20% lana [merino]. È usato in camiceria sportiva e nell'abbigliamento femminile.

VOILE [pronuncia: vual]  
Termine francese, lo stesso etimo dell'italiano vela. Sinonimo dell'italiano velo

VOLANT  
Termine francese. 1. Striscia di tessuto arricciata e applicata su abiti femminili, per indicare le ruches, applicati quali decorazione per abiti, gonne, colli e polsini da donna e uomo. Si può dire anche balza o  frappa. 2. Denominazione generica di merletti di rifinitura molto alti.

Inglese: Frill - Tedesco: Rusche - Spagnolo: Volonte | Orca | Franja

VOLPE  
Dal latino vulpes (nome scientifico). La qualifica di renard quale è intesa dai pellicciai si riferisce alla varietà scura della volpe rossa comune con le gradazioni: argentata, nero argentata, nera. La volpe è diffusa in molte varietà (Volpe comune, Volpe carbonara, Volpe rossa, Volpe crociata, Volpe argentata, Volpe platinata, Volpe polare o Volpe bianca, Volpe azzurra). Il momento propizio per abbattere la volpe è quello che coincide colla metà di novembre fino alla fine di dicembre, e si dice il momento di stagione. Il pelo in una bella pelle di volpe deve essere abbandonato lungo e soffice sul dorso e sul ventre. La giarra deve essere lunga ed uniformemente ripartita. La coda folta è dotata di un bel ciuffo. L'indice di durata di una volpe sta fra 60 e 70.

Francese: Renard - Inglese: Fox - Tedesco: Fuchs - Spagnolo: Zorro

VOLUMINIZZATO
Fili di fibre sintetiche che hanno subito trattamenti di testurizzazione, per conferire alle fibre gonfiezza, morbidezza e volume.



Rames GAIBA
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