5 luglio 2015

DIZIONARIO DELLA MODA: G




► GABARDINE
[gabardin]
 
Voce francese, dallo spagnolo gabardina (casacca degli operai), da gaban "gabbano", incrociato con tabardina, diminutivo di tabardo "tabarro". Tessuto pettinato in tinta unita, su armatura derivata dalla saia, a diversa angolatura, a struttura (battute) molto serrata; i fili di ordito hanno una densità doppia rispetto a quelli della trama, sono molto sottili e ritorti. È caratterizzato da costine diagonali molto inclinate (45° e 63°) e poco rilevate, più marcate sul diritto che sul rovescio (sul rovescio presenta un aspetto più appiattito, che viene rafforzato con cimatura e pressatura), e da una superficie ben rasata che conferisce una particolare lucentezza al tessuto. È fabbricato in lana, cotone e fibre miste, con pesi assai variabili. Il gabardine è per antonomasia un tessuto interstagionale. 1a. Nella versione di lana pettinata è un tessuto dalla mano secca, sui 250-350 g/. L'aspetto diagonale in rilievo, può presentare anche una leggera garzatura. Usato nella confezione di giacche, ma anche soprabiti, abiti, gonne e tailleur dal taglio asciutto. 1b. Nella versione in cotone, con pesi sui 250-400 g/, è impiegato per pantaloni e capi d'ispirazione sportiva, nel tradizionale colore “caki”. Con particolari trattamenti di finisaggio (impermeabilizzazione) per la confezione di soprabiti impermeabili di gusto maschile, nei colori ghiaccio beige, nocciola, marrone. Se di tipo leggero è utilizzata per abiti estivi.

In italiano:
gabardina.

► GABBANELLA
Diminutivo di gabbana. Tipo di gabbano di lunghezza ridotta al polpaccio, privo di maniche (o con maniche molto corte) e due grandi aperture laterali per fare uscire le braccia.

► GABBANO  
Dall'arabo qabã. Soprabito ampio, con cappuccio, aperto davanti, con maniche lunghe.  Antenato del cappotto, usato specialmente per viaggio, di origine orientale (deriva infatti dal caftano), apparso nella Penisola Iberica durante la dominazione arabo-moresca. Si diffuse in tutta Europa intorno al 1480 e riservato al guardaroba maschile. Ridotto nella lunghezza (gabbanella) già dal 1500, manterrà la forma primitiva.

► GALALITE  
Dal greco gala, latte+lite (lithos), "pietra". Nome commerciale di resina artificiale ottenuta per azione chimica dell'aldeide formica (formaldeide), che serve come agente coagulante sulla caseina (materiale derivante dalla lavorazione del latte), un materiale che oggi chiameremmo biopolimero; di base di colore bianco, facilmente tingibile in tinte ed a imitazioni di materiali naturali come la tartaruga, il corno e l'avorio. Data la facile lavorabilità (è malleabile in quanto si indurisce al calore), serve come succedaneo dell'osso per la fabbricazione di bottoni, fibbie, e piccoli oggetti, ricavati da lastre o bastoni (può essere estrusa nei diametri voluti), senza problemi di spessori e dimensioni. È detto anche galatite.

► GALLONE  
Dal francese gallon, deverbale di galloner "gallonare". 1. Passamaneria a forma di nastro (banda) schiacciato di varia altezza e materiale, spesso dorato, intessuta a motivi, usata per guarnizioni. 2. Nelle uniformi militari, striscia di stoffa che, singola o con altre, di altezza e forme svariate, costituisce l'insegna del grado (che si porta cucita sulla manica) di ufficiali, sottoufficiali, graduati di truppa. Di solito usato al plurale (guadagnarsi i galloni da caporale, ecc.).

► GALOCHES  
Dal francese galoche. Calzature impermeabili di gomma indossate sopra le scarpe per proteggerle specialmente dall'acqua. In italiano: galòscia (più comune al plurale -sce) o caloscia.

► GAMBALE  
Da gamba. 1. Parte dello stivale che fascia la gamba, dalla caviglia al ginocchio; può essere staccata dalla scarpa e fermata con lacci di cuoio. Per estensione, è sinonimo di stivale. 2. Anche la forma di legno adoperata dai calzolai per confezionare, lucidare, ecc. gli stivali. 3. Anticamente armatura metallica indossata a difesa della gamba (gambiera). 

► GAMBALETTO  
Diminutivo di gambale, ottenuto con il suffisso -etto. Calza femminile, in materiale elasticizzato, che arriva sino al ginocchio. Viene solitamente indossato con i pantaloni, ma se la moda lo esige anche con le gonne. Conosciuto anche come pants stocking negli Stati Uniti o pop sock in Gran Bretagna.

GAMINE  
Termine francese, che significa "maschiaccio" o "monello". Stile di vestiario costituito da pullover, cardigan, pantaloni knickerbocker, berretto floscio e lunga sciarpa o uno scialle.

► GAMBINO (GAMBÉTTO)  
Ciascuna delle due parti posteriori della tomaia, in genere simmetriche, che si uniscono alla mascherina in punti diversi a seconda del modello. Spesso viene chiamato anche quartiere.

► GAMBO  
Anello di filo o metallo che serve per attaccare un bottone al tessuto.

GAMMA
Dal greco antico antico gámma, terza lettera dell’alfabeto greco, che gli antichi greci la derivarono dalle lingue semitiche, a loro volta ereditata dal fenicio. Poco prima dell'anno Mille troviamo la lettera gamma, anche in riferimento al monocordo; occupava la posizione estrema al grave dei suoni e indicava perciò quello inferiore al La, ossia il Sol... entrando nel linguaggio della musica. La parola si trasferì presto negli idiomi volgari. La parola si trasferì presto negli idiomi volgari. La metonimia fece il resto, e da termine che indicava il principio di una scala, a mo’ di titolo è diventato la scala stessa, anche fuor di musica. 1. Serie di sfumature, gradazione di uno stesso colore. 2. Figuratamente, serie o assortimento di elementi tra loro omogenei, sia materiali che immateriali.

► GANCIO  
Dal turco kanca, curva. Tipo di chiusura metallica o in filo, di varia grandezza, usato in sartoria come allacciatura nascosta.

► GANCIO PER MODELLI  
I modelli (modello di produzione) commerciali vengono spesso riposti a un gancio anziché piegati.

► GARÇONNE  
Dal francese, giovanotto. Prende il nome dal romanzo "La Garçonne" di Victor Marguerite (1922) considerato, all'epoca, il manifesto della donna emancipata. Moda femminile che imita lo stile maschile. Capelli corti, giacca e camicia a uomo, pantaloni a gonna dritta.

► GARNETTATURA  
Da garnettare. Operazione di sfilacciatura (rigenerazione) dei cascami di lana per immetterli nuovamente nel ciclo della filatura cardata. Viene eseguita con la macchina garnettatrice.

► GARZA  
Da garzare, su modello del francese gaze. Tessuto ad armatura tela, leggero la cui trasparenza può essere determinata dal titolo del filato o dal numero delle battute, a fili non rettilinei; occasionalmente può essere anche immagliato. I tessuti a garza sono caratterizzati da alcuni fili d'ordito detti "a giro" perché hanno direzione curvilinea e si spostano ora a destra ora a sinistra, e da uno o più fili retti. Può essere di cotone, di seta od altre fibre. Viene utilizzato nell'abbigliamento femminile negli abiti e camicette, ed in quello maschile in camiceria.

► GARZA INGLESE  
Tessuto che è diverso dalla garza normale (che presenta una legatura tra trama e ordito labili) in quanto impiega un doppio filo di ordito che "gira" attorno ai fili di trama. Non permette lo scorrimento e conferisce al tessuto stabilità e solidità. Viene realizzata in seta per veli e cravatte, in cotone per abiti, in fibre sintetiche per arredamento. 

Francese
: Gaze diaphane aux fils ondées - I
nglese: Sheer gauze with waved yarn - Tedesco: Attaline - Spagnolo: Gasa transparente con hilo ondulado

► GARZATURA  
Da garzare. Operazione di rifinizione destinata a sollevare il pelo superficiale del tessuto, che ha lo scopo di dare al tessuto un aspetto peloso e vellutato, rendendolo morbido al tatto, ed inoltre modificandolo in modo da nascondere il filo di ordito e di trama; si ha anche un cambiamento dei colori che risultano più pastosi (specie se si hanno effetti di colori misti), mentre il loro contorno resta leggermente sfumato. L'effetto si ottiene tramite la garzatrice. Si sottopongono a garzatura stoffe di lana, tessuti di cotone (come la flanella, il mollettone, ecc.) e alcuni tessuti a maglia. È denominata anche Scardassatura

Francese
: Lainage - I
nglese: Raising - Tedesco: Rahuen - Spagnolo: Perchado

► GAUFRÉ [pronuncia: goffré]  
Voce francese. 1. Artig. - Motivo (impronta) ornamentale realizzato su cuoio o stoffa, mediante una speciale punta di ferro arroventata. 2. Ind. tess. - Tessuto dalla superficie impressa meccanicamente a piccoli motivi. 

► GAZAR  
Termine francese. Tessuto in seta dall'aspetto rigido e trasparente, dall'armatura molto rada, usato nell'alta moda.

 GAZATURA | GASATURA 
Operazione di rifinizione che ha lo scopo di eliminare, mediante un passaggio veloce di una fiamma a gas sul filo o su una lastra platinata incandescente (bruciatura), la pelosità dovuta a fibre sporgenti che si è formata nel filato o tessuto, che è impossibile togliere con apparecchiature meccaniche. I filati gasati (soprattutto cotoni, ad esclusione di quelli da garzare e raion) trovano impiego in tessuti per camicerie, cravatte, cucirini, ecc. Non viene sottoposta a questa operazione la lana perché brucia male, la seta perché le estremità delle fibre si avvinghiano fra loro, come pure le fibre sintetiche perché fonderebbero con formazione di palline di polimero fuso alle estremità.

► GELLABA
Dall'arabo جلابة‎, jellāba. Lunga e ampia veste maschile con maniche lunghe e cappuccio facente parte del costume etnico nord africano (Marocco, Tunisia, ecc.)

► GEMELLI (abbigliamento)
Da gemellus, voce latina dotta, diminutivo di geminus, "duplicato, raddoppiato". Maglia -  Completo femminile in maglia, composto da maglietta, spesso a girocollo, accompagnata da un golfino abbottonato sul davanti. Entrambi i capi sono realizzati con lo stesso filato e sono del medesimo colore.

GEMELLI (da polso)
Coppia di bottoni, con stanghetta mobile od uniti con catenella od altro sistema, da infilare nelle due asole di ogni polsino doppio della camicia, per allacciarli. In genere le si usano per le camicie eleganti (smoking, frac, ecc.) e solo per le occasioni importanti. Oggi è accettato che siano utilizzati anche in contesti meno eleganti e formali
e associandoli ad un abbigliamento più casual e sportivo. Se si vogliono indossare i gemelli tutti i giorni in maniera più casual esistono delle classiche camice con polsini singoli, che al posto del bottone presentano una seconda asola dove poter mettere i gemelli cosi da creare un look informale apparendo sempre chic e di classe. Possono essere in oro o altro metallo, in madreperla o altro materiale.   

► GEORGETTE  
Dal nome della modista che lo lanciò, la francese Georgette de la Plante. Tessuto crêpe leggero e semitrasparente, prodotto con filato di ordito ritorto in senso contrario rispetto alla trama, per cui il tessuto prende aspetto e mani ruvidi. È usato nell'abbigliamento femminile. Termine di uso internazionale.

 GESSATO  
Aggettivo, participio passato del verbo gessare "segnare con il gesso". 1. Disegno a sottili righe verticali, regolarmente distanziate, chiare leggermente sbiadite su fondi scuri (per lo più di colore grigio o blu), che sembrano tracciate con il gesso; usato su flanelle o pettinati follati classici, di solito in lana, tinto in filo. L'ampiezza delle righe è assai varia: a quella che ha lo spessore di un tratto di matita (in inglese: pencil stripe), via via fino alla riga più ampia (in inglese: chalk striped "segnato con il gesso"). Le varianti vanno dalla linea interrotta alle molte linee vicine e parallele. 2. Capo confezionato con l'omonimo tessuto. 

► GESSETTO  
Diminutivo di gesso. A forma di bastoncino è usato nelle sartorie per segnare il contorno del modello sulla stoffa e le tacche di confezione. Si rimuove facilmente con il vapore. Può essere in steatite (roccia metamorfica composta in prevalenza da talco a struttura feltrata, con impurezze di clorite, albite e pirite, detta anche "pietra saponaria"). In Italia si trova, alquanto impura, nelle serpentine dell'appennino settentrionale, in cera o evanescente.

 GETA  [ghetà]
Termine giapponese. Sandali (infradito) tradizionali giapponesi dalla suola in legno grezzo piana e rettangolare, rialzata da due supporti di legno paralleli e trasversali, chiamati "denti", tenuta sul piede con una stringa che divide l'alluce dalle altre dita del piede, formato da due cordoni di seta o di velluto. Vengono indossate con gli abiti tradizionali giapponesi, come gli yukata e meno frequentemente con i kimono, ma durante l'estate (in Giappone) vengono portate anche con gli abiti occidentali. Grazie alla suola fortemente rialzata, con la neve o la pioggia, vengono preferite ad altri sandali tradizionali come gli zori. Sono chiamati anche hiragana.

► GHERONE  
Dal longobardo gairo, "punta del giavellotto". 1. Triangolo di stoffa inserito nelle cuciture laterali di un capo per dare maggiore ampiezza e possibilità di movimento a chi lo indossa (per esempio, sul cavallo del pantalone o nell'incavo manica). 2. Anticamente, falda della gonnella maschile.

 GHO  [go]
Abito nazionale del Bhutan; introdotto nel 1600 da Shabdrung Ngawang Namgyel. Foggiato a vestaglia; nella struttura è identico al chuba tibetano, anche se è indossato in modo diverso. La veste, lunga fino a terra, è portata sopra una tunica della quale si risvoltano i polsi all'esterno. La veste viene sollevata fino al ginocchio e trattenuta da una cintura, quindi si rimborsa sul davanti in modo da formare una sorta di sacca nella quale è possibile conservare gli oggetti personali, infine si rimborsa anche sul dietro. Negli ultimi anni si è diffusa l'abitudine di indossare il gho con calzettoni fino al ginocchio e scarpe di stile occidentale. È chiamata anche khogom oppure goLa versione femminile si chiama kira

► GIACCA  
Dal francese antico jaque. Termine generico per indicare un indumento sia maschile che femminile che ricopre il busto fino a metà dei fianchi o metà polpaccio, con maniche lunghe, apertura sul davanti chiusa di solito da bottoni, foderato o meno, con collo e tasche o meno, dal taglio, altri particolari e tessuto di confezione che variano secondo la moda, e lo scopo per cui viene indossato; l'indumento viene portato come capo esterno, ossia sopra la camicia, camicetta, maglione, t-shirt, ecc. ma sotto il cappotto o altro tipo di soprabito.

Le giacche più usate sono quelle a un petto (alternativa è quella doppiopetto) che per consuetudine hanno due o tre bottoni; rara è la versione a un bottone.

Giacca a due bottoni - La giacca a due bottoni viene usata per le giacche sportive o oggi anche per abiti da businessmen. Si abbottona solo il bottone più alto.

Giacca a tre bottoni - Il bottone più alto e la relativa asola sono leggermente nascosti dal rever.

Giacca a quattro bottoni - La giacca a quattro bottoni è utilizzata quasi esclusivamente in situazioni sportive, in genere per attività equestri. Di norma ha tasche cucite e doppio spacco posteriore. I rever sono notevolmente più corti che nelle giacche a due o tre bottoni. 

Sulle giacche a doppiopetto, di fianco ad ogni bottone attivo c'è un bottone passivo. È un ricordo delle divise militari, nelle quali i bottoni passivi fungevano da bottoni di riserva. Sempre nelle giacche a doppiopetto , è prevista una coppia di bottoni dormienti, cuciti per motivi di simmetria. Un'altra vestigia dell'abbigliamento militare sono i bottoni sulla manica. Oggi sono in genere quattro nello stile inglese, tre su quelle di stile italiano e uno o due su quelle di stile americano. Le giacche di rifinitura sartoriale o di alta marca (brand) industriale hanno in genere le asole dei bottoni della manica sbottonabili, in quanto vengono considerate una raffinatezza. 

Anche le tasche sono un elemento distintivo di una giacca. Le più importanti sono quelle laterali; i due bordi sono solitamente orlati di un filetto, a meno che non si tratti di una giacca sportiva con pattina, che in pratica sostituisce il filetto superiore. La pattina può essere infilata nella tasca stessa. In questo caso, però, è sormontata da un filetto e quando viene intascata scompare completamente. Di solito ha una forma trapezoidale: le pattine rettangolari, per tradizione, non sono ammesse. Nella fodera all'interno della giacca, si può aprire una sorta di "controtasca", utile per riporvi un accendino o le monete. Sempre sopra la tasca destra, in particolare nelle giacche sportive, si può praticare un discreto taschino, chiamato dagli inglesi tichet pochet. C'è poi la tasca sul petto a sinistra, utilizzata per il fazzoletto da tasca. È l'unica caratterizzata da una pistagna, cioè da una fascetta sul bordo superiore. Le tasche delle giacche sportive possono anche essere applicate; la lavorazione è più semplice, ma la loro capienza è inferiore e per ovviare all'inconveniente certe giacche da caccia o le sahariane sono dotate di tasche applicate a soffietto. Internamente, nella fodera della giacca, si applicano due tasche in alto: quella di destra di solito accoglie il portafoglio e all'interno vi è cucita l'etichetta del sarto o della ditta di confezioni. In basso a sinistra talvolta c'è una tasca per il pacchetto di sigarette. Certe giacche di sartoria sono caratterizzate da una tasca interna in alto a destra con doppia cavità interna, sopra e sotto, adatta per portadocumenti particolarmente alti o biglietti d'aereo. 

Sulla giacca a un petto il rever è dritto o ha una curvatura appena accennata. Il rever  classico non è né troppo largo né troppo stretto, e la sua linea di prosecuzione ideale arriva alla metà della spalla. Nelle giacche invernali a un petto, nelle giacche da smoking estive e nelle giacche da camera il rever è sciallato, caratterizzato dalla mancanza del cran, cioè dal taglio che separa il rever vero e proprio dal colletto.

Le parti della giacca classica: il davanti (nomenclatura)
Cran; Occhiello (rever);Rever; Pistagna; Davanti; Sopramanica; Filetti; Occhiello (bottoni); Tasca.

Le parti della giacca classica: il retro (nomenclatura)
Collo; Schiena; Cannello; Sottomanica; Spacco.

Giacca a doppiopetto - Giacca, maschile o femminile, con i davanti sovrapposti e chiusi da due file di bottoni.

Giacca alla cacciatora - Capo sportivo in velluto o fustagno. 

Francese
: Veste de chasse - I
nglese: Battle jacket

Giacca alla cavallerizza - Monopetto, con spacco sul dietro, aderente in vita, con tasche a pattina applicate sul davanti.

Giacca alla coreana - Caratterizzata dalla linea dritta e larga e dal piccolo colletto teso in piedi; può avere una allacciatura centrale o su un lato.

Giacca alla marinara - Simile a quella usata dagli ufficiali di marina in color blu scuro e con bottoni in metallo dorato.

Giacca camicia - espressione coniata negli anni Settanta, con la nascita del capo stesso che designa. Tipo di camicia a forma di giacca realizzata in tessuto leggero, non foderata, dalle maniche corte o lunghe, da indossare direttamente sulla pelle o con sotto solo biancheria intima; dal taglio, altri particolari e tessuto di confezione che variano a seconda la moda. È un capo primaverile o estivo, prevalentemente femminile, ma talora usato anche dall'uomo.

Giacca da camera - Giacca maschile in tessuto confortevole come il panno, il pile o in velluto. Ha il collo a scialle, spesso con rever di raso, a volte trapuntati e con un leggero sormonto. Può essere priva di bottoni e allacciata con una cintura o cordoncino. Tasche applicate o a fessura. S'indossa in casa. 

Francese
: Peignoir - I
nglese: Morning jacket - Tedesco: Morgenrock - Spagnolo: Chaqueta casera

Giacca militare - Giacca monopetto lunga sino ai fianchi, spalle squadrate, maniche lunghe, con tasche a soffietto, chiusa da bottoni in ottone. Nella versione originale è dotata di spalline e mostrine.

Giacca monopetto - Giacca, maschile o femminile, con i davanti non sovrapposti e allacciati da una sola fila di bottoni.

Giacca Norfolk - Giacca con cintura con due pieghe a cannone dalle spalle all'orlo, sia davanti che dietro. Indossata dagli uomini e indicata per le attività sportive e i viaggi. In uso dalla seconda metà del XIX secolo.

► GIACCAVENTO (GIACCA A VENTO)
 
Giacca per ambedue i sessi, realizzata in tessuto impermeabile, imbottita e foderata, generalmente lunga fino ai fianchi, chiusa sul davanti di solito da cerniera e con bottoni. Spesso dotata di cappuccio e tasche. È nata per essere usata in montagna o per escursioni a bassa temperatura; oggi viene usata per capi sportivi anche per l'inverno in città. Una speciale giacca a vento imbottita è detta piumino.

► GIACCHETTA
Diminutivo di giacca, trasformazione con il suffisso -etta. Giacca femminile con maniche lunghe, leggera, foderata o meno, di solito corta fino alla vita, dal taglio ed altri particolari e tessuto di confezione che variano secondo la moda. 

► GIACCHINO 
Diminutivo di giacca, trasformazione con il suffisso -ino. Capo sia femminile che maschile, con maniche lunghe, abbottonatura sul davanti, tasche, leggero, di solito lungo fino ai fianchi, dal taglio sportivo.   

► GIACCONE  
Accrescitivo di giacca, trasformazione con il suffisso -one. Capospalla indossato da ambedue i sessi, usato al posto del classico cappotto; in tessuto caldo e generalmente impermeabilizzato, di diverse  lunghezze (3/4, 7/8, 9/10), maniche lunghe, foderato, ha assunto diverse interpretazioni di stile e materiale di confezione secondo la moda e lo scopo per cui viene indossato.

Italiano
: Giaccone sportivo - F
rancese: Manteau de sport - Inglese: Sports coat - Tedesco: Sportmantel - Spagnolo: Abrigo deportivo

► GIACONETTA  
Dal francese jaconas, dall'inglese Jaconet, dal nome inglese di Jagannāth (pūrī), c
ittà indiana da cui il tessuto proveniva. Tessuto di cotone leggero e trasparente, reso molto rigido con apprettatura, adatto per vestiti estivi femminili. È utilizzato anche nella confezione di biancheria. 

 GIARRETTIERA  
Dal francese jarretières. 1. Fascia di tessuto elasticizzato ricamata o guarnita di pizzi (e, in taluni casi, fiocchi),  posti nella parte superiore della gamba, oppure al di sotto del ginocchio per sostenere le calze; 1a. Nell'abbigliamento femminile odierno, ognuno dei quattro nastri di elastico che partendo dal busto o dal reggicalze, trattengono le calze all'altezza della coscia; 1b. Nell'abbigliamento maschile, ognuno dei due nastri (oggi di raro uso) che sostengono le calze all'altezza del ginocchio. In passato era formata da nastri e legacci che cingevano la gamba all'altezza della coscia ed era considerata un ornamento da portare ben in vista, finché verso il 1880 arrivò il reggicalze. Recentemente la moda ha fatto di nuovo della giarrettiera un elemento di raffinata eleganza femminile. 2. Nella lavorazione della maglia ai ferri, tipo di punto chiamato anche legaccio.

 GILÈ | (GILET)  
Dal francese gilet, e questo dallo spagnolo gileco, jaleco, (ora chaleco) che a sua volta è dal turco jelek; il francesismo è ancora oggi più usato dell'italianissimo gilè. Faceva parte dell'abbigliamento di un personaggio della commedia popolare francese di nome Giles, dal quale, secondo alcuni, deriva il nome. 1. Indumento maschile lungo fino alla vita e senza maniche che si indossa sotto la giacca o sopra la camicia. Il gilè può essere monopetto, a doppio petto, incrociato; con collo a scialle, senza collo, con scollatura a V o arrotondata. Il davanti è, generalmente, in stoffa, il dietro, per lo più, in fodera, con due cinturini da stringere in vita. Può anche essere realizzato in tessuti lucidi e decorati (dalle tinte unite agli scozzesi), in velluto o a maglia o in pelle. È un capo sempre in fase di rivalutazione. È il simbolo della stravaganza stilistica e tecnica, che significa disegni pazzi, tessuti e dimensioni inusuali, cuciture anomale, decorato con spille e bottoni unici (anche diversi l'uno dall'altro), profili di passamaneria e ricami. Stravagante significa indossarlo sul petto nudo, magari con un pareo legato alla vita, rendendolo un capo assolutamente unisex. Il modello classico è confezionato per lo più con lo stesso tessuto dell'abito sul davanti, mentre la parte posteriore è oggi generalmente costituito da una fodera o in seta o in altro tessuto leggero e può usare una fibbia stringivita; lo scollo è a "V" e ha due piccole tasche a filo ai lati (originariamente servivano per porre oggetti come orologi e accendini), l'allacciatura è frontale con cinque o sei bottoni (l'ultimo si lascia sempre slacciato). Può anche essere realizzato in tessuti lucidi e decorati (dalle tinte unite agli scozzesi), in velluto o a maglia o in pelle. È stato adottato anche dall'abbigliamento femminile, come espressione della imperante moda unisex, diventando un completamento del tailleur (versioni in stile manager realizzati in tessuti gessati) oppure realizzato in differenti tessuti per un abbigliamento informale e disinvolto. È anche chiamato panciotto. 2. Con questo termine viene comunemente indicato anche un indumento di lana o nell'abbigliamento sportivo in  tessuti sintetici con leggera imbottitura, simile al gilè di tessuto, senza maniche, con chiusura con lampo o bottoni.

 GINESTRA  
Dal latino genesta(m) o genista(m), di origine sconosciuta. Fibra vegetale proveniente dal libro del "Cytisus scoparius" o "Spartium Junceum", estratta per macerazione della pianta omonima. Arbusto sempreverde a forma cespugliosa, alta fino a 5 metri e con rami giunchiformi color verde scuro. La fibra è impiegata per la fabbricazione di filati, cordami, sacchi e tessuti per la casa (biancheria, tendaggi, tovagliati, copriletti, tappeti) e per abbigliamento fra cui anche borse, cinture e cappelli.

► GIRO 
Nella maglieria termine usato per indicare nella lavorazione una riga orizzontale (rango) di lavoro realizzata sul ferro o sulla macchina (doppia corsa).

► GIROCOLLO  
Maglia femminile e maschile dalla scollatura arrotondata, sempre accostata al collo.

► GIROFIANCHI
Dicesi nell'abbigliamento femminile di qualsiasi cosa che si trova attorno ai fianchi.  

► GIROMANICA  
Parte di un indumento che circonda l'ascella e a cui può essere o meno attaccata una manica.

► GITANO (stile) 
Stile del vestire  che comprende gonne ricche e fluenti, bluse dallo scollo generoso, spesso percorso da un elastico, in tessuti di peso leggero e dai colori accesi, e caratteristiche sciarpe da portare avvolte attorno al collo o in vita.
 
GIUBBA
Dall’arabo ğubbeh, ovvero ‘lunga veste maschile’. Antenata dell'attuale giacca, la cui storia inizia nel 1200, nasce come capo femminile e poteva essere anche in seta. Successivamente nel 1300 adottata come capo maschile  come indumento militare, poi indossato anche da civili, che attraverso i secoli ha passato molteplici mutazioni. Oggi è un termine generico, poco usato (siamo più avezzi a indossare la sua versione diminutiva e maschile, il giubbino, o giubbotto), che definisce una giacca pesante, assai lunga, dal taglio sportivo, principalmente usata per uniformi militari (anche un segno distintivo che permette di identificare lo schieramento), giacca delle uniformi dei fantini: imbottita, ricamata, coi bottoni, coi revers, con le maniche a sbuffo, lunga fino alla vita o fino alla coscia, stretta, larga.

► GIUBBOTTO  
Giacchino sportivo maschile e femminile che arriva alla vita o ai fianchi. Maniche lunghe, tasche oblique a filo oppure applicate. Chiuso generalmente da una cerniera e fermato all'orlo da una fascia in tessuto elasticizzato in maglia o da un listino. Può essere in pelle o in tessuto.

► GLACLÉ  
Termine francese che significa ghiacciato. 1. Filati e tessuti lavorati con cera e lucidati. 2. Per estensione un aspetto lucido in genere.

Inglese: Kid - Tedesco: Glacé - Spagnolo: Cabritilla | Tejido satinado

GLADSTONE
Borsa  da giorno o da viaggio di grandi dimensioni in pelle rigida, di forma squadrata con manico fermo, telaio metallico e clip per l'apertura / chiusura. 

► GLAMOUR  
Voce inglese che deriva dall'antico scozzese gramarye che significa "fascino, incantesimo, malìa". Termine appartenente al linguaggio internazionale della moda. Sensualità e fascino irresistibile, specialmente femminile (glamour girl). Esiste anche una forma abbreviata in glam.

► GLORIA  
Tessuto leggero in armatura tela e più raramente saia o raso, battuto fittamente: più frequentemente è allestito con fili di nailon, ed è usato per ombrelli; qualora sia allestito con fili di seta prende il nome di Seta Gloria.

 GOBELIN  
Voce francese, che è il nome di una antica fabbrica di tappezzeria Masnufacture des Gobelins. Tessuto operato di un certo spessore, caratterizzato da sottili rigature orizzontali e complessi disegni.   I motivi tradizionali sono soggetti floreali e paesaggi naturalistici, costruendo diverse trame e orditi che danno vita a diversi effetti e colori. Simile all'arazzo, è fabbricato industrialmente con telai jacquard con diversi subbi di ordito e diverse navette per la trama. Il filato più usato in ordito è il cotone e più raramente in lana, mente le trame possono essere in lana, in seta o in lino, talvolta anche laminate. Il moderno gobelin è in cotone, ed ai soggetti tradizionali ora si sono aggiunti disegni astratti. Vengono impiegati nell'abbigliamento e nella borsetteria.

► GODET  
Voce francese. 1. Tassello triangolare di stoffa inserito, con il vertice in alto e la base in basso, per dare svasatura a gonne, abiti o cappotti allo scopo di aumentarne il volume. Tale forma si ottiene tagliando la stoffa in diversi teli triangolari, che poi vengono uniti tra di loro in modo da ottenere una maggiore ampiezza al capo d'abbigliamento. 2. Per estensione il termine indica il taglio svasato e scampanato in capi d'abbigliamento.

► GOFFRATO  
Participio passato di goffrare. Tessuto, chiamato anche bugnato, realizzato per effetto di una particolare armatura, che reca in superficie effetti a rilievo alternati ad incavi formanti disegni geometrici. L'effetto, che può essere paragonato ad un nido d'ape, risulta da un gruppo di fili di trama e di ordito liberi (briglie), la cui lunghezza va man mano crescendo e poi diminuendo. Le briglie si dispongono l'una sotto l'altra in modo che quella di lunghezza maggiore venga sollevata e formi una specie di cresta. 1a. Tale effetto può essere ottenuto artificialmente mediante goffratura (che è una procedura che fa passare il tessuto tra calandre scolpite e riscaldate). 1b. In maglieria si deve ricorrere a speciali punti che trattengono alcune parti e ne lasciano più morbide le altre, oppure questo effetto si può realizzare con tessuti elastici.

Francese: Dessin gaufre | Dessin à carreau - Inglese: Dice pattem - Tedesco: Wurfelmuster - Spagnolo: Dibujo de cuadros

► GOFFRATURA  
Tecnica utilizzata per ottenere un tessuto con rilievi e incavi a motivi geometrici, realizzata con una particolare armatura o con la calandratura.

► GOLA DEL TACCO  
Lato anteriore del tacco della scarpa che presenta una concavità più o meno accentuata.

► GOLF  
Deriva dall'inglese golf, termine che definisce il noto gioco sportivo. Capo in maglia, maschile o femminile, soprattutto in lana, ma anche in cotone. Arriva sino ai fianchi ed ha maniche lunghe. S'indossa infilandolo dalla testa.

► GOLFINO  
Diminutivo di golf con l'aggiunta del suffisso -ino. Capo in maglia, sia femminile che maschile, abbottonato sul davanti, con maniche lunghe o corte, con scollatura a "V" o a girocollo a seconda delle mode.

► GOMITOLO  
Filato continuo avvolto ordinatamente su se stesso (forma ovale) se  fatto industrialmente (arrotolato a formare una palla, se fatto a mano), di peso che varia generalmente dai 20 ai 50 grammi. 

► GOMMAPIUMA  
Nome commerciale di un prodotto di sintesi spugnoso, che si ottiene mediante vulcanizzazione, incorporando nella gomma allo stato spugnoso aria o prodotti atti a sviluppare gas. Si presenta a fori finissimi, leggero, elastico e resistente. Nella confezione è usato come materiale per spalline.

► GOMMATO
Participio passato di gommare, da gomma. Tessuto impermeabilizzato, indurito e plastificato tramite appretti di gomma o resina. 

 GONNA  
Dal latino tardo gunna(m), forse dal gallico gunna «pelle», che secondo l'uso celtico, copriva la vita e parte delle gambe. Termine generico usato per definire quell'indumento femminile che scende dalla vita in giù coprendo fianchi e gambe; di solito è ripreso in vita da un listino, chiuso lateralmente o al centro del dietro da una cerniera che termina sotto il listino, che a sua volta viene fermato da un bottone; quasi sempre foderato; può essere rifinito con tasche inserite lateralmente o applicate. (Vedi anche le voci Maxi; Midi; Mini e Minigonna).

■  Gonna a palloncino - Foggia dalla caratteristica forma bombata; raccolta in vita e cucita in modo che l'orlo, tenuto a posto da una banda circolare a esso cucito, curvasse all'interno verso le ginocchia.

■  Gonna a portafoglio - È composta da una sezione costituita da un telo di tessuto rettangolare, da avvolgersi intorno al corpo; le due estremità del rettangolo, allacciandosi in vita, si sovrappongono in un panello centrale. Ha origine nel sarong. 

■  Gonna a ruota - Tagliata da uno o due teli di stoffa.

■  Gonna a tubo - Modello stretto che scende dai fianchi con una linea diritta, con pinces in vita e spacco o spacchi sul bordo per lasciare spazio ai movimenti; di solito foderata, può assumere diverse lunghezze.

■  Gonna ad anfora - Ampia ai fianchi, prosegue restringendosi fino alla caviglia, con uno o due spacchi sul bordo che facilitano i movimenti delle gambe.

■  Gonna alla rah-rah - Modello corto con volant. Indossato dalle ragazze nordamericane della tifoseria sportiva quando sostengono le squadre del collage cui appartengono.

■  Gonna da ballerina - Modello lungo e ampio, che arriva appena sopra al gin ginocchio.

■  Gonna pantalone - Si tratta in sostanza di una gonna confezionata in modo da essere un pantalone senza però sembrarlo; di solito lunga appena sotto il ginocchio, molto ampia, con una piega al centro anteriore e al centro posteriore per nascondere il taglio dei pantaloni.
Una variante di questo modello è la gonna gaucho, che ha il cavallo più abbassato, lunga sotto il ginocchio, larga e comoda, con tasche.

■  Gonna plissé - Ottenuta plissettando il tessuto pari a due angoli retti, per mezza ruota, e quattro per la ruota intera; il plissé può partire direttamente dalla vita o dai fianchi oppure da sotto il bacino; le pieghe possono essere a cannoncini svasati, a pieghe svasate, a pieghe svasate in piedi, oppure a motivi alternati di pieghe.

GOODYEAR (cucitura)
Cucitura su la tomaia ultimata della scarpa  - posta e inchiodata direttamente sulla forma usata  per modellare la stessa - che presenta un guardolo, ovvero una sottile striscia di cuoio cucita insieme alla tomaia e all'intersuola; successivamente viene applicata una seconda cucitura esterna che ferma la suola al guardolo. Anche denominata Lavorazione Goodyear.

► GORGES POSTICHES  
Tipici colletti di pizzo ricamati, che si applicano su maglie, vestiti o camicette, come ornamento posticcio. 

 GORGIERA 
Dal francese gorgia, gola. Colletto per ambedue i sessi di tela in mussola, trina, lino finissimo, ecc., in vari modelli in forma più o meno rotonda, ottenuti cucendo, increspando e  pieghettando (a volte a più strati sovrapposti) il tessuto che può avere un'aspetto finale rigido se inamidato o morbido. Molto spesso, quando le dimensioni lo resero necessario, aveva sostegni in filo di ferro.

► GRAFICO DI PIAZZAMENTO  
La disposizione dei pezzi di un cartamodello sul tessuto per il taglio di un capo, cercando di evitare quanto più scarto possibile.

► GRAMOLA
Probabilmente voce di origine mediterranea. Macchina per separare la filaccia greggia della parte legnosa dei canapuli della canapa e del lino. Si compone di due assi di legno fissate parallelamente su un cavalletto e imperniate, ad una estremità, ad un terzo asse, il battitoio o gramile, in modo che questo possa essere sollevato e abbassato, mediante una impugnatura, nello spazio interposto. Gli steli di lino o di canapa posti trasversalmente sulle assi fisse venivano vigorosamente battuti dall'azione del gramile.  

► GRANA DI RISO  
1. Punto da eseguire a maglia a macchina o ai ferri; consiste nell'alternare uno o due punti diritti con uno o due punti a rovescio nel lavoro orizzontale e verticale. 2. Disegno di drapperia che crea un motivo di piccoli grani fittamente sparsi sulla stoffa.

► GRANA GROSSA
Termine usato per definire filati e stoffe che presentano lievi irregolarità disposte in modo casuale. 

► GRECA  
1. Ornamento composto da una linea che procede e s'intreccia ad angoli retti, quindi a segmenti sempre tra loro paralleli o perpendicolari, e può guarnire tanto una veste quanto un gioiello o un accessorio. 2. S'è detto greca anche a una corte veste muliebre, con maniche corte e larghe.

► GREMBIULE
Deriva da “grembo” (La concavità compresa tra le ginocchia e il seno di una persona seduta, per lo più di una donna), in quanto era un telo che veniva allacciato in vita e che, quindi, copriva il grembo. In spagnolo, invece, la parola che designa il grembiule è “delantal”, che deriva dal latino “de in ante”, cioè “davanti”. Accessorio sia femminile che maschile costituito da un rettangolo legato attorno alla vita che copre il davanti scendendo dalla vita in giù; può essere munito di pettorina che viene fermata attorno il collo. Viene usato per proteggere gli indumenti sottostanti specialmente durante i lavori di cucina; fa parte di molti costumi regionali europei.

► GRENADINE  
Voce francese. 1. Tessuto leggero traforato come pizzo. 2. Tipica qualità di seta organzina, ottenuta dall'unione di tre fili a maggiore torsione, con caratteristiche meccaniche superiori.

► GREGGIO (GREZZO)  
1. Materiale tessile non lavorato o non rifinito (esempio: calicò non candeggiato) che può essere in fiocco, in filato, in tessuto. 2. Ind. cuoio - Non conciato.

GREENWASHING
Espressione inglese, propriamente "lavaggio nel verde".
Strategia di comunicazione o di marketing perseguita da aziende, istituzioni, enti che presentano come ecosostenibili le proprie attività, cercando di occultarne l’impatto ambientale negativo. Per l’impresa, in sostanza, è più conveniente investire nel comunicare il proprio impegno in termini di sostenibilità, attraverso la pubblicità e il marketing, piuttosto che nel mettere in atto misure realmente in grado di ridurne l’impatto ambientale.

► GRICCETTI  
Piegoline anche semplici fatte con minuta filzolina. Increspaturine.

► GRIFFA (macchina per cucire)  
Piastrina mobile dentata che nella macchina per cucire determina l'avanzamento del tessuto. 

► GRIFFE  
Termine francese; propriamente "artiglio, impronta". Etichetta, marchio, firma tessuta o impressa da stilisti e designers su generi di abbigliamento e su qualsiasi prodotto condizionato dai dettami della moda.

► GRINZA  
Dall'alto tedesco antico grimmiza. Piega di una stoffa o di un abito, sgradevole che interrompe l'uniformità di una superficie altrimenti tesa e liscia.

► GRISÀGLIA  
Adattamento dal francese grisaile. 1. Disegno classico con effetto di scaletta diagonale, poco marcata. 2. Per estensione tessuto pettinato, realizzato con l'armatura batavia, ordendo un filo scuro ed un filo chiaro e tessendo una trama chiara ed una scura. Trova impiego principalmente su tessuti generalmente uomo, fabbricati molto spesso con filati bianchi e neri, che danno nell'insieme un effetto grigio.

► GRISETTA  
Dal francese grisette, da gris = grigio. Tela grigia spinata ottenuta con filati bianchi e neri.

► GROS  
Termine francese; propriamente "grosso". Tessuto ad armatura taffetà senza rovescio, nella quale sono inserite più trame per passo, per cui si presenta a coste trasversali più o meno marcate. Generalmente in seta pesante, e di apparenza granulosa. Entrò nell'abbigliamento femminile agli inizi del XIX sec.

► GROS DE TOURS  
È l'antica denominazione del gros classico. È una armatura con un intreccio derivato dal taffetà, formato da un filo di ordito nella quale sono inserite due trame per passo, senza rovescio, che presenta delle sottili coste rilevate (canellato), parallele ai fili di trama. Il tessuto presenta una superficie compatta e rigida. Può essere in seta, poliestere, cotone ma anche in fibre chimiche. Trova l'utilizzo oltre che nei capi d'abbigliamento anche nelle borse e cinture e scarpe ed elementi d'arredo.  

► GROS-GRAIN [grogren]  
Termine francese che significa grana grossa. 1. Tessuto caratterizzato da sottilissime coste trasversali più o meno in rilievo, le cui pronunciate nervature in ordito possono essere ottenute sia con effetto di armatura sia con l'impiego di filati ritorti di titolo diverso. Solitamente l'ordito è di lana, seta, raion o fibre sintetiche mentre la trama è in cotone. È usato per confezioni femminili. 2. Nastro senza cimosa, sempre costituito da due elementi: trama in cotone, catena in seta o raion, con coste verticali; per la costituzione della sua armatura serve come anima interna di alcune confezioni (cinture, battitacco per pantaloni, fettuccia, cappelli, ecc.).

► GRUCCIA  
Dal germanico krukkja; dal latino crux-cis, croce. Arnese, una volta di legno, ed oggi più probabilmente in plastica, a forma di "T" incurvata con un uncino sopra il congiungimento dei due assi per appendere gli abiti negli armadi. Una volta, tale simile attrezzo, era detto, genericamente, stanga.

Francese: Portant vêtements - Inglese: Garment rack - Tedesco: Konfektionsständer - Spagnolo: Perchero

► GRUNGE  
Termine angloamericano; probabilmente alterazione dell’aggettivo gergale grungy «sgradevole, trasandato». Stile d'abbigliamento collegato ad abiti sdruciti, molto usati.

► GUAINA  
Dal latino vagīna, fodero. 1. Indumento intimo elastico, del gruppo corsetteria, leggermente contenitivo, che modella il corpo, esaltando la linea del capo indossato esternamente. Sostituisce il busto e la fascietta di un tempo, dalla vita in giù o in un solo pezzo col reggiseno. Costituita con tessuto (oggi elasticizzato) e stecche, solitamente chiusa da gancetti e chiusure lampo, è destinata a modellare e contenere la figura e le forme della donna che le indossa. 2. Sorta di cucitura che lascia uno spazio interno vuoto in cui si possono far passare cordoncini, nastri, elastici, ecc. allo scopo di stringere gonne, colli, polsi, maniche a palloncino, cuffie, aperture di borse, ecc. 3. Fodero di cuoio, metallo o altro, in cui si ripongono ferri e armi da taglio (la guaina del pugnale, delle forbici). Per estensione, qualunque tipo di custodia o rivestimento aderente (la guaina dell'ombrello).

► GUALCARE  
Dal francone walkan, "rotolare, muovere in qua e in là". Sottoporre i tessuti e peli all'azione della gualchiera per renderli compatti, pressare, follare.

► GUALCHIERA  
Da "gualcire". 1. Macchina mossa da una ruota idraulica con magli, che serviva un tempo, per battere la stoffa (sodare) conferendogli la consistenza del feltro. 2. Anche luogo adibito a tale lavorazione (follatolo).

► GUANACO (HUANACO)  
Fibra prodotta dall'omonimo animale (appartiene alla famiglia degli Auchenedi) che vive nelle Ande meridionali argentine fino alla regione sub-polare, addomesticato e allo stato selvaggio; ha pelo lanoso, lungo, colore bruno rossiccio, più ordinario del lama. Una delle tre specie Ilama (della famiglia dei Camelidi) che rappresentano i cammelli del continente antico che non hanno gobbe sul dorso. 

 GUANTO  
Deriva dal francone want. Accessorio dell'abbigliamento sia maschile sia femminile, che riveste e protegge la mano e, in qualche caso l'avambraccio. I guanti possono avere funzioni diverse e specifiche di una particolare attività, proteggendo le mani da agenti esterni diversi dal freddo come il caldo, il danneggiamento fisico come la frizione, l'abrasione, o il danneggiamento chimico o biologico. I guanti da donna possono essere puramente un accessorio estetico, legati all'erotismo, come i guanti da sera. Vi sono modelli particolari per l'abbigliamento sportivo.
I guanti possono essere con o senza dita, oppure possono avere un'unica apertura per le quattro dita, e una per il pollice. Oggi sono realizzati in svariati materiali, come pelle, lana, fibre sintetiche, cotone, ecc., a seconda anche dei molteplici usi. 

Parti del guanto "classico":
  1. parte superiore della mano: le punta delle dita sono arrotondate;
  2. parte inferiore della mano: le punta della dita sono allungate;
  3. taglio del pollice;
  4. pollice piegato;
  5. triangolino per "soffietto" del pollice;
  6. spessore da cucire fra la parte sopra e la parte sotto delle dita;
  7. striscia per bordare la parte alta del guanto;
  8. striscia per bordare l'apertura dei bottoni;
  9. rinforzo dell'apertura.
Unità di misura del guanto è il piede (324 mm) che si suddivide in dodici pollici (27 mm). 

► GIARDACUORE  
Dal francese guardecorps, propriamente guardacorpo. Capo di abbigliamento maschile, simile a un farsetto.

► GUARDAROBA  
Imperfetto di guardare+roba. 1. L'insieme di abiti ed accessori di abbigliamento di cui una persona dispone. 2. La stanza dove si tengono riposti i vestiti, biancheria, e accessori.

► GUARDOLO  
Dal verbo guardare, nel significato di salvaguardare. Fettuccia (profilato) di cuoio morbida, flessibile e robusta che segue il profilo della suola e sul quale vengono cucite, sul bordo interno della scarpa, da un lato la tomaia e il sottopiede, e dall'altro la suola. La cucitura a guàrdolo, essendo doppia, rappresenta la più affidabile costruzione per una calzatura di cuoio; se fatta a macchina, è indicata come "lavorazione Goodyear" ( Goodyear cucitura).

► GUARNELLO 
Etimologia incerta. 1. Tessuto d'accia e di bambagia usato un tempo per confezionare vesti modeste o come fodera di abiti, coperte, ecc. 2. Ampia sottogonna portata anche da sola o sotto i costumi regionali.

► GUARNIZIONE  
Da guarnire. Insieme degli elementi decorativi per abiti, cappelli, borse, ecc.

► GUARNSEY  
Dall'isola inglese della Manica. Da più di cento anni il nome indica un tipo di maglione, in genere blu e con il collo alla marinara, usato dai pescatori di Guarnsey e di Jersey, la cui peculiarità è l'impermeabilità. I motivi rappresentati sono oggetti quotidiani della vita dei pescatori.

► GUÊPÌERE
Voce francese, da guêpe, vespa. Capo chiamato così dal suo inventore in quanto serve per stringere la vita ottenendo la fatidica «vita a vespa». Capo di biancheria intima femminile molto seducente, dal busto rigido, senza stecche, con reggiseno incorporato e provvisto di giarrettiere, usato per slanciare il busto e il punto vita, di solito chiuso da ganci, senza spalline, scollato a balconcino, che copre il corpo del seno fino a metà fianchi, solitamente di stoffa preziosa e pizzo, da poter essere indossato anche scoperto.   

► GUGLIATA  
Da agugliata. 1. Il tratto di filo che si introduce nella cruna dell'ago, di volta in volta, per cucire. 2. Per estensione anche la quantità di filo necessaria per un lavoro, ovvero quello che esce da una filatura. È detta anche agugliata.

► GUIDAFILI
Parte della macchina rettilinea di maglieria tramite i quali il filato viene portato in prossimità degli aghi. 

► GUISA  
Dal germanico wīsa, probabilmente attraverso il provenzale guiza. Bella parola, rimasta nell'uso avverbiale "a guisa di", ma dimenticata nel senso di foggia, maniera, modo e anche moda.

► GUTTAPERCA  
Dall'inglese gutta-percha, trascrizioni di due voci malesi, di cui la prima significa gomma mentre la seconda è incerta. Prodotto ottenuto dal latice di varie piante della famiglia delle Saponaceee specie della penisola di Malacca, di Sumatra, Borneo, ecc. Si presenta come una massa plastica, flessibile (ma non elastica) che per debole riscaldamento rammollisce e diviene facilmente plastica e modellabile. La guttaperca contiene il 10-15% di resine (però si hanno varietà depurate che ne contengono molto meno). Ind. tess. - Si usa come colla. 




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