22 agosto 2017

AGO

Ago - dal latino acus (plurale: aghi).

1. Sottile asticciola di acciaio temperato usata per lavori di cucito; ha una punta acuta a un capo e l'altra smussata e forata detta cruna in cui si inserisce il filato. Gli aghi vengono misurati con il sistema metrico decimale (70-110) e con il sistema Singer (11-18). Esistono diverse punte a seconda del materiale da cucire: a punta aguzza o arrotondata (a palla), a punta tagliente per la pelle; da cucito, da ricamo, da rammendo, ecc.

2. Ago da maglia o da calza - Sottile cilindro di metallo o di materia plastica o talvolta di legno, usato per lavori a maglia; ferro da calza. 

Ind. maglia - È l'elemento essenziale per la formazione della maglia. Le sue parti essenziali sono:
  • un uncino per prendere e trattenere il filo da immagliare;
  • un sistema per chiudere e aprire l'uncino, in modo che questo possa alternativamente prendere un nuovo filo e abbandonare quello vecchio;
  • un sistema per consentire all'ago di ricevere i movimenti necessari per la formazione della maglia.

Ferri da maglia circolari fissi


3. Gioco d'aghi - fornitura completa di aghi da maglia (di solito cinque) per eseguire lavori tubolari.

4. Ago torto - Piccolo ferro uncinato ad una estremità, usato per lavori femminili in filato di lana o cotone, affini a quelli eseguiti con gli aghi da maglia.
 
Gli aghi per cucire a mano hanno la cruna dalla parte opposta della punta mentre in quelli per macchine da cucire punta e cruna sono entrambe dalla stessa parte. In questi esistono anche due incavi laterali in corrispondenza della cruna, che terminano dove lo stelo è più grosso.

Ind. tess. - Si usano aghi a becco, aghi rotondi, senza cruna, con la punta ripiegata sul gambo, munito di apposita scanalatura, in cui entra la punta dell'ago quando è chiuso (caratterizza i telai per maglieria); ago a linguetta, ago a una o due teste, schiacciato ai lati, applicato alle macchine per maglieria. La fabbricazione degli aghi (trafilati o stampati) inizia con la tempra e il rivestimento dell'acciaio (dapprima tenero per poter essere lavorato) per conferirgli l'indispensabile elasticità. All'uscita dei forni di tempra, prima di essere nichelati o cromati, gli aghi vengono messi in tamburi rotanti, i buratti che contengono sabbia finissima, in cui gli aghi vengono tenuti anche ventiquattro ore consecutive e perdono così tutte le rugosità e squame. In Italia esistono importanti fabbriche specializzate in aghi per cucire a mano, mentre la produzione di quelli per uso industriale è più limitata.

Parti di un ago per macchina:
  • calcio - È la parte superiore del codolo ed è di norma arrotondata o smussata per facilitare l'introduzione nel morsetto.
  • codolo - È la parte che viene bloccata dal morsetto porta ago o da una vite della barra d'ago. E' la parte di maggior diametro, ed è di norma cilindrica, ad eccezione di alcuni aghi ove si hanno uno o due piani per dare automaticamente la posizione dell'ago o per permettere il montaggio di due o più aghi molto vicini fra loro.
  • spalla - È la parte tronco-conica che sta tra il codolo e lo stelo. La spalla, oltre a raccordare due parti di diametro diverso, serve a dare maggiore robustezza all'ago.
  • stelo - È la parte compresa tra la spalla e la cruna. E' soggetta più di ogni altra parte allo sfregamento contro il tessuto e quindi subisce i maggiori effetti di riscaldamento.
  • scanalatura - È un canale ricavato lungo lo stelo e prolungantesi oltre la cruna. Ha la funzione di alloggiare il filo dell'ago ed evitare lo sfregamento contro il tessuto durante la fase di penetrazione. La parte dell'ago ove si trova la scanalatura lunga è detta parte frontale ed è quella in cui si effettua l'infilatura.
  • cruna - È il foro attraverso cui scorre il filato e che congiunge le due scanalature. La grandezza della cruna è proporzionale al diametro dello stelo: il filato deve passare facilmente attraverso la cruna senza però essere troppo libero per non influenzare la buona formazione del cappio.
  • scalfo - È uno scarico praticato dalla parte opposta della scanalatura lunga immediatamente sopra la cruna. La funzione dello scalfo è permettere il passaggio della punta del crochet molto vicino all'ago, in modo da poter garantire con maggiore sicurezza la presa del cappio, senza provocare spuntature del crochet o rotture degli aghi.
  • punta - È la parte di ago compresa tra la cruna e l'estremità inferiore dell'ago o punta in senso stretto. La punta ha, nella maggioranza dei casi, una forma conica con il vertice appuntito o più o meno arrotondato in modo da spostare i fili delle maglie o trame del tessuto e permettere la penetrazione dell'ago senza danneggiare il tessuto stesso.


🇫🇷 Francese: Auguille 🇬🇧 Inglese: Needle 🇩🇪 Tedesco: Nadel 🇪🇸 Spagnolo: Aguja

STORIA - L'ago è usato fin dai tempi remoti, fabbricato prima in osso o con spine di pesce, poi in bronzo e successivamente in ferro (ne è fatta menzione nel "Nuovo Testamento"). I primi aghi sono associati con la cultura gravettiana europea (26.000-20.000 a.C.), e permettevano di cucire le pelli - alcuni dotati di cruna relativamente piccola - e consentivano anche di unire insieme varie suppellettili. Nella sua forma attuale fu introdotto dagli Arabi in Europa verso il 1300. La fabbricazione industriale degli aghi di acciaio ebbe inizio in Spagna nel 1500 per poi estendersi in tutta Europa, in particolare in Germania (famosi quelli di Norimberga), Inghilterra, Francia, che con l'America detengono il primato sia come produzione sia come qualità e varietà.
 
 
22 Agosto 2017


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