24 novembre 2018

DIZIONARIO COLORI AD USO DELLA MODA - I meravigliosi nomi dei colori e la loro origine


Tutta la storia dei colori è una storia sociale. È la società che fa il colore, che gli attribuisce una definizione e un significato, che costruisce i suoi codici e i suoi valori, che stabilisce i suoi utilizzi e l'ambito delle sue applicazioni. Si pensi che, a partire dalla metà del XIX secolo le donne hanno potuto osare con il colore più degli uomini. Dopo la cosiddetta Grande rinuncia maschile (quando alla fine del XVIII secolo, gli uomini smisero di indossare colori vivaci), l'abbigliamento da uomo divenne sobrio e monocromatico, e lo rimase finché, tra il 1943 e il 1953, gli sport e i weekend iniziarono a schiarire i toni del menswear.

La storia della moda è la storia del colore. Più di ogni altra caratteristica è la tinta a conferire impatto visivo ed emotivo a un capo.




Va fatta una distinzione fra colori (o pigmenti) e coloranti: i colori sono sostanze inorganiche, di solito sali minerari, insolubili in acqua e nei più comuni solventi, si presentano sotto forma di polveri, e con essi si preparano le tinture dei tessuti ed abbigliamento.

Prima della chimica il colore è stata una cosa preziosa. Per più di trentacinque millenni i colori sono stati ricavati dai tre regni della natura: da quello minerale si estraevano terre, carbone e pietre da macinare; da quello animale, molluschi e insetti da spremere; da quello vegetale, tutte quelle piante i cui succhi rivelavano poteri tintori.¹ Prima dei colori sintetici, la ricchezza cromatica era riservata alle élites.²

La nascita delle tinture sintetiche, a metà degli anni Cinquanta dell'Ottocento, ha permesso un'inedita democratizzazione del colore: ciascuno di noi ha oggi a disposizione un autentico arcobaleno.³
Il XVIII secolo segna la fine dell'universo antico dei colori, azzerandoli e sbiancandoli con la normalizzazione degli indici di percezione. Questo sarà il modo diverso di vedere e di percepire i colori perché differente è il modo di produrli, davanti alla nascita industriale della chimica del colore, accanto al retrobottega delle rarità dei panni tinti e al loro privilegiato commercio antiquariale.⁴
  

"Primordial Future"
by: © Bahar Yurukoglu


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Riccardo Falcinelli - Cromorama. Come il colore ha cambiato il nostro sguardo. Ed. Einaudi, 2017, p. 46
Simon Garfield - Il malva di Perkin. Storia del colore che ha cambiato il mondo. Ed. Garzanti, 2002, p. 100
Eiseman L. / Cutler E.P. - Pantone® Fashion. Un secolo di colori nella moda - ed. Rizzoli, 2014
₄ Manlio Brusatin - Storia dei colori - Ed. Einaudi, 2000, p. 77


Le fonti dei colori sono: fiori (
Amarilli Zafferano), località (Marrone Antwerp Marrone Zanzibar), colori puri (Nero Blu Rosso), pigmenti (Verde cromo), frutti (Albicocca Banana), alimenti (Marrone Giallo uovo), popoli (Porpora fenicio, Blu olandese), sostanze (Ambra Asfalto), nomi propri e cognomi (Verde Robin Hood Rosa Salomè), piante (Acacia), oggetti (Rosso mattone), tinture naturali (Indaco Robbia), uccelli (Blu ghiandaia), animali buff, che in inglese è il colore Camoscio), gioielli (Ametista), metalli (Ottone), elementi geografici (Blu ghiacciaio), bevande alcoliche (Assenzio), alberi (Verde salice), fenomeni atmosferici (Giallo aurora), fenomeni meteorologici (Smog), stati d'animo (Blu paura), concetti astratti (Blu trionfo), emozioni e passioni (Oro estasi), minerali (Agata), riferimenti al passato (Marrone antico), destinazioni d'uso (Grigio corazzata), favole e superstizioni (Scarlatto folletto), momenti del giorno (Blu mezzanotte), elementi della vita marina (Corallo), tessuti non tinti (Écru), elementi mitologici (Bacco), ceramiche (Blu Wedgwood), riferimenti religiosi (Porpora cardinale), aspetti del corpo umano (Nudo).⁵

In ogni stagione appaiono sul mercato non solo nuovi capi ma anche nuove tinte. [...] ovviamente la base consiste sempre in colori fondamentali (blu, rosso, verde, magenta, giallo, celeste, bianco, nero) e in colori complementari che vengono diversificati meccanicamente con una serie di aggettivi: acceso, chiaro, intenso, vivo, pastello, pallido, cupo, scuro, segnaletico, shock. Sono aggettivi molto generici, che si addicono a tutti i tipi di tinte e con questo criterio vengono applicati un po' dappertutto. Vi sono colori difficili da definire:
mela (esistono innumerevoli tipi di mele: gialle, giallo-arancioni, rosse, rosso scure, perfino verdi), perciò quale qualità di mela s'ntende, giacchè è proprio di una sola che si prende il colore?; sabbia (esistono innumerevoli tipi di spiagge: da quelle bianche tropicali, a quelle grigio tendente al terrigno sporche di terra e polvere delle più comuni in Europa, o addirittura quella di origine vulcanica grigio-scura), di quale sabbia parliamo?⁶

I colori, inoltre, hanno - secondo le regole del marketing della moda -  dei caratteri, e questo è il sapere spicciolo che associa il blu alla malinconia, il viola al solenne, il verde al tranquillo o alla speranza, il giallo al  sentimento o alla gelosia, e via dicendo.  No, non troverete qui la decodifica di questi colori perché io non ho queste competenze... meglio lo facciano altri (qui la lettura del Il simbolismo dei colori  - saggio di Ania Teillard - 1944 ”).


Per definizione, e ciò vale per tutti i colori, la denominazione dei colori è infinita come ci indica © “The Pantone Book of Color”,  ad esempio, pensiamo al mare e allora abbiamo le denominazioni: Blu regata Blu laguna Blu ammiraglio Blu navy Blu mediterraneo Blu marina Blu porto di mare Blu capitano Blu marino Blu Baltico Blu marittimo Blu fondale marino Blu mare del Nord, Blu nautico… dando profondità e originalità alla nostra cartella colori che potrà risultare meno banale.

Se vogliamo, però, indicare una tinta esattissima, dobbiamo lasciare le parole e affidarci a un campione, passando dal teorico (vedi esempio qui di seguito della voce salmone) a quello concreto. L'unico modo di individuare un colore preciso è mostrarlo. La mazzetta Pantone è stata inventata proprio per semplificare le trattative e rendere più scorrevoli le comunicazioni. Un quadratino di pochi centimetri di tinta unita, nel caso dei tessuti, non racconta l'effetto dinamico della stoffa in azione come vestito.⁷


I nostri termini per indicare i colori si riferiscono all'aspetto che le cose hanno alla luce naturale.

Ma guardiamo i colori anche "giocando", mescolandoli, ricordandoci che a
differenza della Terra, su Marte, dove il cielo solitamente è rosa/rosso, il tramonto è blu!


Galliano per Dior (2008)
 

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Simon Garfield - Il malva di Perkin. Storia del colore che ha cambiato il mondo. Ed. Garzanti, 2002, pp. 175-176
₆ Anna Canonica Sawina - Dizionario della Moda - ed. Sugarco, 1994, pp. 227-228
Riccardo Falcinelli - Cromorama. Come il colore ha cambiato il nostro sguardo. Ed. Einaudi, 2017, p. 376


Vestirsi per significare.

Sono tanti i personaggi la cui identità è legata a una tinta precisa: 1. il verde di Robin Hood, 2. il rosso di Cappuccetto, 3. il blu delle principesse Disney (qui Belle, in La Bella e la Bestia), 4. il nero di Zorro (celebre personaggio con un mantello, un cappello e una maschera).




Per i termini indicati si rimanda alla Bibliografia (in particolare la sezione Colori) che si limita a testi in forma di volume presenti nella biblioteca dell'Autore, che è comunque una lista molto sommaria - ma evidentemente non limitativa! - di altre opere e contributi web consultati.

Altri termini che sono inerenti ai colori (esempio: la voce Colore, colori freddi, colori fugaci, perlato, tonalità, ecc.) sono nell' Indice tematico.

 
          A          
 
 
ACAGIÙ  
Dal francese acajou. Colore rosso bruno simile al colore del legno di mogano (le scarpette di cuoio, che volgarmente si dicono rosse, e non è elegante dire mogano, deformazione del nome scientifico dell'albero, sono appunto di color acagiù.

ACCIAIO  
Grigio di media intensità, ma freddo, lievemente inazzurrato. Ottima, questa voce, quando questo colore è associato a tessuti lucidi, come la seta o in genere quelli in armatura raso, in quanto la lucentezza richiama insieme con il colore, l'idea del metallo.

ACQUAMARINA  
Di colore verdazzurro, una tonalità fra il verde e il ciano, come l'acqua del mare sotto il cielo sereno, quando non soffia il vento di libeccio; è anche il colore del minerale berillo, usata come pietra preziosa. Anche denominato acquamarine o acqua green.
 
AERINO
Derivato di aere; confronta il greco ἀέρινος «aereo, limpido come l’aria». Tonalità di azzurro cielo, particolarmente apprezzata nella seconda metà del 1400: era presente nell'abbigliamento maschile e in quello femminile.  

ALBAGIO  
Il termine vale pure come aggettivo, per biancastro.
 
ALBICOCCA
Il colore è una tonalità chiara dell'arancione tra il giallo e il rosa, che ricorda il colore delle albicocche, anche se è leggermente più pallido rispetto al vero colore del frutto.
 
ALCHERMES
Dallo spagnolo alquermes e questo dall'arabo القرمز, al qirmiz, scarlatto. È un colore rosso cremisi. Dal corpo essicato della cocciniglia (Coccus ilicis) si ottiene l'alchermes (o chermes) usato, specialmente nell'antichità per colorare i tessuti. La cocciniglia vive sulla quercia (Quercus coccifera), esistente nel bacino del Mediterraneo, ma anche sui lecci (Quercus iles).
   
AMARANTO  
Di un colore tra il rosso e il cremisi, tipico dei fiori colorati di piante (Amarantacee) tropicali o sul-tropicali.

AMBRATO  
Derivato di ambra. Di colore giallo paragonabile a quello dell'ambra (resina fossile).

AMETISTA  
Colore tra il violetto e il viola, dall'omonima pietra preziosa (quarzo). Benché il colore ametista naturale vari dal viola al giallo, il colore qui citato è quello viola più comunemente collegato alle pietre dell’ametista. 

ARANCIONE 
La storia del nome del frutto inizia con un'antica parola sanscrita, nāranga, forse derivata a sua volta da naru, una precedente radice dravidica (il dravidico è un'altra lingua antica parlata in quella che oggi è l'India meridionale).  La parola migrò, insieme al frutto, nel persiano nārand e nell'arabo nāranji. Da queste venne adottata poi nelle lingue europee: in spagnolo è detto naranja, in ungherese è detto narancs. In italiano era originariamente narancia e in francese narange, anche se in entrambe le lingue la n iniziale cadde e la parola si trasformò in arancia e orange, probabilmente a causa dell'erronea convinzione che la consonante fosse un residuo dell'articolo indeterminativo una o une. La storia dell'etimologia di arancia traccia il percorso degli scambi e dei contatti culturali, un percorso che, infine, fa il giro del mondo e ci riporta al punto di partenza: la parola per indicare l'arancia impiegata ai giorni nostri nella lingua tamil, sopravvivenza odierna della lingua dravidica nella quale abbiamo rintracciato la più antica radice della parola, è arancu, che si pronuncia quasi esattamente come l'inglese orange e che di fatto è un calco lessicale della parola inglese. [David Scott Kastan e Stephen Farthing - Sul colore - ed. Einaudi, 2018, Capitolo: Arancione, pp. 56-58.] Il colore vivo ed acceso dell'arancia matura, tra il rosso e il giallo. Prima che le arance arrivassero in Europa non c'era nessun arancione, che veniva spesso considerato una tonalità di rosso o assimilato al giallo. Per questo motivo sono rimaste nell'uso locuzioni come “pesci rossi”, “gatti rossi”, “capelli rossi” naturali sono più ramati, nonostante questi appaiano arancioni. Questo non significa che nessuno individuasse quel colore, ma soltanto  che non esisteva un termine specifico per definirlo. È usata anche la forma arancio

Francese: Orange - Inglese: Orange - Tedesco: Orange - Spagnolo: Naranja

CURIOSITÀ - La nuance di Hermès. Prima della Seconda guerra mondiale Hermès usava scatole color crema, poi passò al giallo senape, finché il razionamento la costrinse a usare le ultime scorte di cartoncino disponibili: l'inconfondibile color mandarino, oggi sinonimo di opulenza. L'arancio acceso delle scatole, dei sacchetti e di tutto il packaging Hermès, che è oggi considerato il colore più riconoscibile del retail.   



ARDESIA  
Dal francese antico ardeise (moderno ardoise). Grigio medio-scuro, tono di colore turchino grigiastro, grigio azzurro, come quello dell'omonima rocca metamorfica. 

ARGENTATO  
Dal latino argentatus (derivato di argentum «argento»). Che presenta un colore dal riflesso grigio brillante come l'argento. Francese: argenté.

ARGENTO
Il suo nome deriva dal greco argos, che significa brillante o bianco, proprio per il suo eccezionale potere di riflettere la luce. È la tonalità metallica del colore grigio medio-chiaro. Come oro, bianco e nero è un non colore, che sta bene quasi su tutto, meglio però non mescolare toni caldi e freddi. Essendo sobrio è anche molto più portabile e facilmente gestibile. È perfetto per gli accessori, un paio di decolletè argento può facilmente resuscitare un look banale, una borsa argento aiuta qualsiasi outfit. Perfetto per le cerimonie e gli eventi importanti, ideali per i giovani che possono risultare appesantititi dall’oro, sta bene anche con i jeans.

L'argento o silver ha colorato di futuro e di fantascienza la storia della moda. Ritorna, periodicamente, come un classico per condizionare abiti e accessori; colore su cui si sono e si cimentano tutte le più importanti case di moda. Già mel 1982 Gianni Versace inventò l’oroton, ossia la maglia a incastro di elementi metallici.

Gianni Versace, Abito in maglia di metallo Oroton (1984), 
indossato in occasione del Festival di Sanremo da Patty Pravo. 
Firenze, Galleria del Costume di Palazzo Pitti.

La sensazione visiva associata solitamente all'argento è quella di vedere il lustro del metallo. Questa luminosità non può essere riprodotta da un colore semplice, perché l'effetto lucido è dovuto alla luminosità del materiale che varia con l'angolo di superficie alla fonte di luce. Di conseguenza nell'arte viene utilizzata solitamente una vernice metallica che brilla come argento reale.

Francese: Argent  - Inglese: Silver - Tedesco: Silberfarben  - Spagnolo: Plata


Abito corto in maglia metallica argentata
Paco Rabanne - Primavera/Estate 2021

ATRO  
Nero, scuro.

AURORA
Dal termine latino aurōra, che forse deriva dal latino arcaico ausosa, che a sua volta ha origine probabilmente dal sabino Ausel come si chiamava la divinità del Sole, oppure da aurum, che vuol dire oro. Giallo leggermente rosato simile proprio al colore del cielo prima del sorgere del Sole.

AVIO  
Il nome si riferisce al colore delle uniformi degli aviatori. È una gradazione di azzurro spento con sottotono grigio.

AZZURIGNO  
Da azzurro. Colore che tende all'azzurro; azzurro sfumato che tende al grigio.

AZZURRO  
Dal latino coeruleus, cyaneus. Una tinta più chiara del blu nella quale non si sente aggiunta di bianco (come accade nel celeste). Indica il colore del cielo sereno con una gamma di tonalità comprese tra il celeste, più chiaro, e il blu (o turchino), più scuro. Colore cilestro, che si dice anche turchino. È certamente il colore più usato nella camiceria maschile. In italiano si considera come un termine basico di colore e non come appartenente al dominio del blu. Questa risulta una vera e propria eccezione sulla base delle teorie di categorizzazione cromatica.  


          B          

 
BEIGE  
Aggettivo francese, la cui etimologia resta incerta. Colore nocciola molto chiaro. In origine il beige indicava il colore del manto lanoso di certi mammiferi quali le pecore. Tutti gli anni, in primavera, questi animali vengono tosati, i loro peli vengono cardati, lavati, pettinati e filati in gomitoli che sono poi lavorati a maglia. La lavorazione della lana risale ai primordi dell'umanità e a seconda delle culture viene prodotta con il vello di capra cashmere, coniglio d'angora oppure di cammello. In genere si tende a definire come beige le generiche sfumature di marrone chiaro, quando invece il colore tende più al bianco. È un colore neutro, naturale e disinvolto, il Beige è un punto di riferimento per i grandi stilisti: dai couturier del passato fino agli interpreti della moda di oggi.

STORIA - Il termine è attestato fin dal XIII secolo, per indicare la lana naturale, né tinta né sbiancata.


BERILLO  
Tonalità verde pallido, associata al colore più comune del berillo grezzo (minerale). 

BETULLA
Bianco beige chiaro.

BIANCO  
In latino e nelle antiche lingue germaniche esistevano soltanto due termini. Una volta si faceva distinzione fra bianco opaco (in latino, albus, che ha dato «alabastro» e «albumina» «albo», «alba», «albume», «albino» e «album», il quaderno da disegno con le pagine completamente bianche) e il bianco brillante (in latino, candidus, il brillante, che ha dato «candido», «candore», «candeggina», «candela», «candidato» e «canuto», per indicare la chioma delle persone anziane). Dall'antico germanico blank, bianco lucente ebbe origine l'attuale bianco, che nel corso del Medioevo prese il posto di candidus. Il bianco è un vero colore (addirittura uno dei tre colori basilari del sistema antico, allo stesso titolo del rosso e del nero), altro che incolore. Per molto tempo il bianco è stato associato per ragioni igieniche al pulito, e quindi ai tessuti a contatto con il corpo e quello che oggi si chiama  biancheria intima.

In natura oltre che associato alla neve
, ad alcune pareti rocciose, in particolare calcaree; alle nuvole; ai fiori (tipicamente gelsomino, calle, camelie e gardenie) o all’effetto mimesi con neve e ghiaccio negli animali come ad esempio l’orso polare. Bianco neve, bianco alabastro, bianco latte, bianco argento, bianco magnolia, bianco magnesio, bianco gesso, bianco calce, bianco avorio, ecc. Dal bianco puro, si va verso tutti i colori, e fra questi principalmente il giallo, l'azzurro e il grigio, si trovano le sfumature del bianco.

Nell'abbigliamento è un colore che va bene con tutto e su tutto, come il nero e le altre tinte neutre. Ideale per smorzare tinte forti o fluo, illumina invece quelle più tenui o pastello. Perfetto anche negli accessori, tipicamente estivo. Indossarlo quando fa molto caldo non solo respinge i raggi solari ma dona anche l’impressione di freschezza.

È
un colore spesso associato alla sacralità come nel caso dell’abito da sposa nei matrimoni occidentali attuali e in Giappone; nella liturgia cattolica, dove è simbolo gioioso e festivo per i paramenti liturgici nel tempo d i Natale, per la Pasqua, per la celebrazione dei santi non martiri, per celebrare battesimi e matrimoni.

Francese: Blanc - Inglese: White - Tedesco: Weiss - Spagnolo: Blanco



La camicia bianca è il capo-paradigma del mondo di Gianfranco Ferré
Ad ogni collezione, dal 1978, la matita di Ferré scorreva sicura
sui tratti di una nuova, candida, blusa.  


STORIA - Già nell’antico Egitto, dov’era associato al culto di Iside, e a Roma le sacerdotesse indossavano vesti bianche e le toghe dei Romani bianche esprimevano la cittadinanza. Nell’islam di bianco sono vestiti i pellegrini.

BIANCO... tu sei una splendida luce!

BIANCO AMIDO
Bianco giallastro.

BIANCO ANTICO
Il colore bianco antico è una gradazione di beige! Infatti la relativa scarsezza nella componente blu della tripletta RGB (250,235,215) fa allontare il coloro dal grado di 'bianchitudine' necessario per essere annoverato tra i bianchi.

BIANCO AVORIO
Bianco leggermente più beige, poco più intenso. 

BIANCO LATTE  
Un bianco tendente al grigio chiaro. 

BIANCO OTTICO
Bianco puro con riflessi azzurrognoli (azzurranti).

BIANCO PRONTO PER STAMPA-TINTURA
Poco più bianco del bianco naturale, grazie ad un trattamento con acqua ossigenata e perborato sodico. 

BIANCO SPORCO  
Solo il bianco può essere sporco benché anche nel caso degli altri colori la tinta possa essere «sporcata» dall'aggiunta di un po' di grigio -giallo o di un altro colore (di solito il →colore complementare) per attenuarla o per modificarne i riflessi.

In francese si usa l'espressione blan cassé per indicare il bianco sporco, ovvero, un bianco non puro, «sporcato» dall'aggiunta di un altro colore. La stessa situazione nel caso di tutti gli altri colori non è resa con il termine cassé, ma con il termine rompu. In italiano si usa frequentemente l'espressione bianco sporco mentre non è diffuso l'uso corrente di rosso sporco o verde sporco.

Le sfumature del bianco sporco e crema, la tinta naturale dei pepli greci, sono storicamente associate alle culture dell'antichità.

BIAVO  
Dal tedesco, blau; dal francone, blào. In antico, per azzurrognolo, turchino chiaro, quasi celeste, e, quindi, come aggiunto di colore sbiadito, smorto. Sinonimi: biadetto, biado, blavo.

BIGIO  
Di un colore tra il bianco e il nero; è però naturale, come si vede nelle pecore, la cui lana per lo più è di tal colore; colore grigio cenere.

BISCOTTO  
Sfumatura molto chiara di marrone nota anche come bisque.

BISTRO  
Utilizzato sin dai tempi antichi nella pittura. Pigmento marroncino giallo-bruno ricavato dal legno bruciato. Anche chiamato bruno bistro o fuliggine stemperata.  

BLU  
Adattamento del francese bleu, che ha lo stesso etimo dell'italiano biavo. In francese l'etimio bleu (deriva dal provenzale antico blau, e questo dal franco blāo, che ha la stessa radice del latino blavus) indica anche l'azzurro (bleu clair). Pigmento di colore azzurro cupo, turchino scuro nelle diverse gradazioni. Molto usato scritto al francese bleu, da cui proviene l'aggettivo bluastro. Nella lingua parlata, più che nella scrittura, troviamo blé, adattamento del francese bleu

Francese: Bleu - Inglese: Blue - Tedesco: Blau - Spagnolo: Azul

Tra le sfumature e gradazioni più famose ricordiamo: Blu notte Blu eletrico Blu pavone Blu ceruleo Blu di Prussia Zaffiro Blu egiziano Blu oltremare Denim Blu Dodger  Blu reale Blu acciaio  Blu Savoia

Nello spettro delle tonalità di blu si inseriscono anche cromie più chiare che potremmo definire, in termini tutt’altro che tecnici, come azzurre o verde acqua: ad esempio vale la pena menzionare le sfumature di Ciano Blu cadetto Blu fiordaliso Acquamarina Blu Tiffany Carta da zucchero YInMn Blue (Bluetiful).


Gradazioni di blu
BLUASTRO  
Indica un colore turchiniccio. 

Francese: Bleui - Inglese: Blueish - Tedesco: Bläulich - Spagnolo: Teñido en azul

BLU BONDI  
Chiamato così per il colore dell'acqua di Bondi Beach, a Sydney, Australia. È una sfumatura medio scuro di turchese. Blu Bondi è un colore coniato da Apple per il computer iMac originale. 

   

BLU CAPRI  
Prende il nome dal colore dell'acqua nella Grotta Azzurra di Capri. Simile allo zaffiro. 

BLU CIELO  
Indica un colore cilestro, celestino. Francese: Bleu ciel.

BLU CINA
È così chiamato perché ricorda il colore delle porcellane prodotte lì, è un tono più profondo, con sottotoni che tendono al verde e al viola. Appartiene alla famiglia dei blu elettrici.

BLU DELFT  
Deve il suo nome alla famosa ceramica blu prodotta nella città di Delft a partire dal Settecento. Un blu inchiostro.

BLU DODGER
È 
un ricco tono brillante del colore azzurro chiamato per il suo uso nell'uniforme dei Dodgers di Los Angeles.

BLU ELETTRICO  
Prende il nome dal bagliore di aria ionizzata prodotto da scariche elettriche. La prima volta che fu utilizzato il nome di "blu elettrico" per riferirsi a tale colore risale al 1884. Colore blu brillante con riflessi verdi, simile a quello del lampo o della scintilla elettrica. Anche azzurro cangiante. Francese: Bleu-électrique
 
BLUETIFUL
È la denominazione commerciale del
YInMn Blue (Y per l'ittrio, In per l'indio e Mn per il manganese), noto anche come Mas Blue; è un pigmento inorganico blu scoperto per caso dallo studente ricercatore Andrew Smith nel laboratorio del professor Mas Subramanian presso l'Università statale dell'Oregon nel 2009. Si tratta dell'ultima tonalità blu ad essere stata sintetizzata, a distanza di più di tre secoli dal blu di Prussia. L'eccezionale intensità del colore è paragonabile a quella dell'International Klein Blue (Blue Klein).

BLU FIORDALISO  
Un blu vivace con un accenno di viola, proprio come il fiore (Centaurea cyanus). È uno dei pochi fiori tendenti al blu, dato che normalmente i fiori definiti così sono in realtà violacei o tendenti al grigio. In inglese: cornflower.   

BLUET  
Voce francese bleu (popolare blé). Indica il colore del fiordaliso, specie di centaurea (Centaurea cyanus) che fiorisce tra il grano, ed è così nominata dalla specie più comune, di colore azzurro. Sinonimo in italiano di ciano. In Italiano: bluette.

BLU KLEIN
L'inventore di questo blu è
Yves Klein (Francia, 1928-1962) precursore della Body art. Tonalità di colore blu oltremare molto profondo.

Klein è famoso in tutto il mondo per i suoi dipinti monocromi – soprattutto, ovviamente, per quelli dipinti con il suo Blu Klein – ma anche per la sua ambiziosa Symphonie Monoton, considerata come il corrispettivo musicale della pittura monocromatica, e per tanti lavori immateriali, alla ricerca e all’esaltazione del vuoto.  Tra le opere per cui Klein è famoso ci sono certamente le Antropometrie, ovvero tele in cui l’accessorio per la pittura non era il pennello, quanto invece il corpo di modelle ricoperte di colore – tipicamente, di nuovo, il Blu Klein – che lasciavano così sul supporto pittorico una traccia di vita.

BLU MARINO  
Dal francese bleu (popolare blé). Indica il colore turchino cupo. Sinonimo di azzurro oltremarino o d'oltremare.

BLU NAVY  
Voce inglese, che significa letteralmente «marina militare». Nell'abbigliamento il termine indica un blu marino
e rappresenta una delle tonalità di blu più scure e profonde, utilizzata dalla marina militare britannica da più di 250 anni.

Nell’abbigliamento questo colore è usato nella moda maschile e viene spesso impiegato per i completi eleganti da uomo e coat invernali.

Francese: Bleu marine - Inglese: Navy blue - Tedesco: Marineblau - Spagnolo: Azul marino

BLU NOTTE  
Il blu scuro, che tende al nero,  del cielo notturno. Altro sinonimo: blu mezzanotte, al punto che talvolta veniva chiamato ala di corvo.

BLU PAVONE  
Si tratta di una gradazione di blu verde saturo che tende al grigio. Nellle sue gradazioni più chiuse e ombrose, il blu pavone è una tonalità raffinata e cangiante. 

BLU POMPADOUR  
Prende il nome dalla dama del Settecento, amante del re Luigi XV (di Borbone, re di Francia). Un blu pallido e avvolgente.

BLU PRUSSIA  (di)
Venne scoperto casualmente a Berlino nel 1704-1706 da Diesbach e Dippel. È un pigmento blu scuro. In tedesco Preussich Blau, noto anche come Bleu Berlino (di).  

STORIA -
Ebbene, la storia è una, con delle versioni che divergono solo per alcuni particolari. Sappiamo che lo scopo di Diesbach non era quello di inventare un nuovo blu, quanto invece quello di preparare della “comune” lacca rossa di cocciniglia: parliamo quindi del colorante rosso che si ricava da questi insetti della famiglia coccoidea. Per questa operazione il berlinese aveva bisogno, tra le altre cose, di due componenti, ovvero di solfato di ferro e di potassa. Nel tentativo di ridurre i costi, Diesbach si rivolse all’alchimista Johann Konrad Dippel, domandando della potassa più economica: Dippel in tutta risposta gli affidò della potassa destinata alla pattumiera, essendo stata inquinata da del grasso animale. Fu proprio per questo motivo che la vernice rossa che si voleva creare risultò fin troppo chiara, e quindi invendibile: la volontà di risparmiare di Diesbach si stava quindi trasformando in un vero spreco di soldi. Per provare a recuperare in extremis la lacca rossa, egli provò quindi a concentrare il tutto, nella speranza di ottenere un rosso più scuro. Del tutto inaspettatamente, arrivò invece un porpora, che diventò ben presto blu: nasceva così, quindi, il Blu di Prussia.

BLU SAVOIA  
Il blu Savoia è una gradazione di blu di saturazione compresa fra il blu pavone e il pervinca, più chiaro del blu pavone. Deve il suo nome al fatto di essere il colore di Casa Savoia, dinastia regnante in Italia dal 1861 al 1946. Colore nazionale dell'Italia. Una bordatura blu Savoia è stata inserita sull'orlo dello stendardo presidenziale italiano ed è il colore della sciarpa degli ufficiali delle forze armate italiane, dei presidenti delle provincie d'Italia e della maglia delle Nazionali sportive italiane.  

BORDÒ  
Adattamento del francese Bordeaux, nome di una città e regione della Francia. Nella moda indica il colore rosso scuro  violaceo o rosso-bruno, termine basato sul noto vino francese. Meno comune il termine francese bordeaux. ed ancora meno il termine francese burgundy.

BORGOGNA  
Un rosso-viola intenso che tende al marrone, dal vino francese. Questo colore è un bel rosso scuro, noto a tutti con il termine francese bordeaux. C'è, come secondo nome che lo chiama sangue di bueIl blu reale e un blu sera più profondo sono entrambi simili per tonalità e saturazione. All'inizio, per andare sicuri, abbinate un maglione, un pullover o una camicia di questo colore con un paio di jeans blu scuri ed accessori in pelle (borsa, cintura, scarpe) colore nero o con un look più sofisticato con il beige. Francese: burgundy (e se riferito al colore non con l'iniziale maiuscola).




BRONZO  
Il colore del metallo omonimo, un po' più scuro e più spento dell'oro (una miscela di colori composto da marrone scuro e arancione). Esiste anche una tonalità di bronzo antico.
 
BRUNO
In passato, il termine “bruno” indicava qualsiasi colore scuro. Al giorno d'oggi, definiamo “bruno” una tonalità tra il castano e il marrone scuro. Il colore bruno, quello della terra e delle foglie morte, è molto diffuso in natura, tinge il manto di molti animali che vivono nelle zone boschive, come l'orso bruno, il cinghiale e il capriolo.


          C          


CACHI 

Dall'inglese khaki, derivato dall'indostano khākī,
derivato del persiano khāk «polvere, terra-sabbia». Indica un colore fulvo nocciola simile a quello della terra desertica, una sfumatura beige/marrone/verdastro e in queste sfumature di verdastro può richiamare il verde oliva / verde militareÈ un colore utilizzato in molte forze armate nel mondo per le uniformi o le tenute mimetiche. Inoltre è il colore usato nella camicia dell'uniforme degli Esploratori e dei Rover della Federazione degli Scout d'Europa. È il colore  per eccellenza dei completi coloniali (sahariane), T-shirt,  sia militari che sportivi, perché respinge i raggi solari quanto il bianco ma rimaneva apparentemente indenne dalle tracce di sabbia e fango secco che si mimetizzavano perfettamente ton-sur-ton sulle divise, ed inoltre teneva lontane mosche e zanzare.





Oggi, però, è un colore della moda non solo per capi maschili dove prevale il look coloniale (molto chic abbinato al bianco) ma anche femminili, non solo in estate, per dei pantaloni, camicette, maglie in viscosa, parka lucido imbottito... da provare in contrasto con altri capi ed accessori ultra colorati (esempio: arancione, giallo, ecc.); sneakers in pelle scamosciata, da abbinare con abiti total black o sportivi.


da Versace a H&M


In Italiano: kaki o, meno frequentemente, caki.
È anche denominato khaki per lo standard HTML/CSS, e come attributo di colore in inglese si è avuto nel 1848, quando per la prima volta fu adottato dall'esercito inglese in India.

STORIA - In origine definiva il colore dell'uniforme portata la prima volta dai reggimenti indiani all'assedio di Delhi. «L'impiego dei colori mimetici militari della prima guerra mondiale ha una deivazione coloniale, così infatti erano vestite le prime truppe di colore del tardo Ottocento, dal verdone al caki, in quanto colori di bassa milizia, e questo finisce per non essere una mancanza di colore ma il tipico colore dei panni di guerra [...]» (Manlio Brusatin - Storia dei colori - ed. Einaudi, 2000, p. 98)

CAFFELLATTE
Marrone pallido, il colore del caffè mescolato al latte. 

CAMMELLO  
Indica il tipico colore beige bruciato (bruno chiaro), generalmente giallastro, simile al pelo di tale animale. È il colore del cappotto modello 101801 di Max Mara, un capo icona.


 foto: © Max Mara

CAMOSCIO
È
una gradazione molto chiara di giallo-marrone ispirata dalla pelle conciata dell'animale omonimo.

CURIOSITÀ - In inglese questo calore si chiama buff. Questo termine nel tempo ha assunto il significato di "entusiasta". La ragione sta nel fatto che i vigili del fuoco volontari di New York City del XIX secolo vestivano uniformi in color camoscio ed evidentemente erano particolarmente appassionati. Inoltre "in the buff" è oggi un'espressione per dire "nudo". Anche questo si spiega con il colore: originariamente l'espressione si riferiva ai soldati inglesi che indossavano una giubba di color cuoio, ovvero "color pelle".

CANNA DI FUCILE  
Grigio-blu di intensità media. 

CARDOVILLE  
La graziosa eroina del “Juif errant” [Ebreo errante] di Eugène Sue, ha dato il proprio nome a questo colore. È un colore giallo bruno, un orange cangiante che dà i riflessi della porpora e del colore del legno di noce, una tinta calda ed elegante che fa risaltare leggiadramente la freschezza delle stoffe di seta. 

CARTA DA ZUCCHERO (CARTAZUCCHERO)  
Il termine venne coniato solamente nel 1892, e prende il nome dalle carte usate in passato per impacchettare lo zucchero. È una particolare tonalità di azzurro ricavata da sfumature di blu indaco. Un grigio-azzurro chiaro, un misto tra verde menta e azzurro polvere. Gli inglesi chiamano questo colore Powder Blue.
 

Armani - Primavera 2012


STORIA -  Dobbiamo risalire al 1400 dove per creare la carta venivano usate materie prime povere, soprattutto stracci, che conferivano ai fogli varie macchie ed irregolarità. Si iniziò quindi ad attuare i primi tentativi di colorazione con una tenue tinta celestina che consentiva di attenuare le irregolarità e nascondere le macchie della carta. Nei secoli XVI e XVII si “azzurrava” la carta con estratti vegetali come l'indaco, il guado e il campeggio (pianta dalla cui corteggia veniva ricavata una tintura). Successivamente vennero utilizzate sostanze minerali come il “blu di Prussia” e l'oltremare. Il procedimento di colorazione di questa carta era riservato solamente per i prodotti più preziosi in quanto anche la carta era considerata merce rara: si avvolgeva lo zucchero di canna (o il tabacco) in arrivo da Antille, Messico o Brasile, considerato un prodotto pregiato e introvabile. Solo dal 1857, quando fu elaborata la mauveina (l'attuale fucsina) con i nuovi coloranti organici sintetici i vecchi coloranti naturali estratti da minerali e vegetali scomparvero progressivamente.

CASTAGNA  
Marrone bruciato caldo virante verso un rosso molto scuro, come l'omonimo frutto. 

CEDRO
Prende il nome dal frutto. Oggi viene più spesso indicato  come il frutto della mescolanza di due colori secondari, l'arancione e il verde. Sconfina nel lime (accenno di verde), acido, aspro. Similare al colore limone.

CELESTE  
Dal latino caelĕstis "del  cielo". Di un azzurro chiaro. 

CENERE 
Grigio chiaro, morbido e freddo. 

CERULEO  
Dal latino caeruleus, "blu scuro, blu o blu-verde", che a sua volta deriva probabilmente da caelulum, diminutivo di caelum, "paradiso, cielo". Il primo utilizzo fatto di questo termine per indicare questo colore è stato nel 1590.  Colore dal blu profondo fino a tonalità più brillanti e persino quasi celeste, del colore quasi sereno, azzurro chiaro, quasi sempre passando attraverso tonalità di verde. 

CHAMPAGNE  
Tra il pesca e il beige, una tinta molto pallida di arancione-giallo, che può essere consderata una gradazione di beige. È molto in voga per gli abiti da sposa e le calze. 

CIANO  
Dal greco κύανος «colore azzurro»; latino scientifico cyano. Azzurro vivace con una punta di verde. Il colore ciano è uno dei colori dello spettro che l'uomo riesce a vedere, tra il verde e il blu. Viene a volte denominato aqua e spesso non viene distinto dall'azzurro. È uno dei quattro inchiostri della stampa insieme a magenta, giallo e nero.

CICLAME o CICLAMINO  
Un rosa molto cremoso e intenso, con fiamma blu che tende al glicine. Prende il nome dal fiore. 

CILESTRO  
Dal latino  caelĕstis «del cielo»; cfr.celeste. Azzurro alquanto carico. Lo stesso del colore celeste; in particolare, riferito alle stoffe, celeste con riflessi freddi, metallici, quasi grigi.

CILIEGIA  
Rosso intenso con una punta di rosa. Rosso purpureo di tonalità dal profondo al luminoso. È spesso indicato anche il suo corrispettivo francese cerise.  

CIPRIA   
Il nome trae origine da Cipro (la cipria in origine era detta polvere di Cipro). Beige rosato, come le guance leggermente arrossate. Colore luminoso e delicato, quasi madreperlato, che talvolta  viene scambiato per il rosa pastello, anche se ha un aspetto molto diverso. 🇬🇧 Inglese: powder pink | blush pink.

COBALTO  
Sec. XIX; dal tedesco Kobalt, da Kobold, folletto, l’essere leggendario che avrebbe fatto trovare del cobalto ai minatori invece dell’argento ricercato. Colore azzurro intenso ma non scuro. Dal colore dell'ossido di metallo detto cobalto, di un azzurro particolarmente intenso e puro. Potremmo equiparare il cobalto all'oltremare, spesso con valore di aggettivo (blu oltremare).

Francese: Bleu cobalt - Inglese: Cobalt blue - Tedesco: Kobaltblau - Spagnolo: Azul cobalto

COCCO
È
il colore della polpa del cocco, con una leggerissima punta di grigio. Tecnicamente è anche un grigio acromatico chiarissimo.

CÒCCO  
Dal latino coccum, risalente al greco Kó kkos, "cocchiniglia". Colore rosso, ricavato dalla cocciniglia, usato un tempo per tingere stoffe.

COLONIALE  
Derivato di colonia, inteso come possedimento di uno stato in territorio lontano.  Colore tra il nocciola e più scuro dell'ocra e più aranciato; detto specialmente di capi d'abbigliamento estivi (dal colore delle divise indossate dalle truppe coloniali).   

COQUELICOT  
Dal nome del papavero selvatico francese. Rosso sgargiante, leggermente più aranciato del classico rosso papavero. 

CORALLO  
Dal latino tardo corallium, prestito dal greco κοράλλιον, κουράλιον, koràllion, è probabilmente di origine semitica, dalla parola ebraica goral, 'sasso, pietra'. Rosa aranciato chiaro, come dei coralli sbiaditi e ricoperti di sale (di solito il corallo più pregiato è di un rosso più vivido).

CORVINO  
Dal latino corvinus. Che ha il colore delle penne del corvo, cioè nero con riflessi blu o violacei.

CREMA
Dal francese crème, di origine gallica. È
il colore della crema pasticcera. Si tratta di una tonalità di giallo molto chiara, quasi tendente al bianco. Questa colorazione elegante viene utilizzata attivamente nell'abbigliamento femminile, poiché la tavolozza nuda è considerata una soluzione universale per l'immagine in qualsiasi stile. Toni così sobri e delicati sono perfetti sia per le decisioni quotidiane, sia per uscire e persino per una vacanza al mare. Perfetto per la biancheria intima (mutandine, reggiseni, body), costume da bagno (per enfatizzare una bella abbronzatura uniforme), collant (questa colorazione è diventata tradizionale per i collant in nylon, che creano perfettamente l'effetto di accessori invisibili, perfetto per le scarpe con punta aperta e tallone.)

CREMA DI MENTA
È
un verde-ciano pallidissimo, tendente al bianco.

CROCEO  
Dal latino crocĕus, derivato di crocus ‘croco, zafferano’. Che ha il colore dello zafferano (o croco); giallo.

CUMATILE
Dal latino cūmātĭlis. In greco erano chiamate ko
úma le onde del mare: tinta amata da Lucrezio (poeta latino del 1° sec. a.C.), che definiva thalassina vestis la veste verdeazzurra con cui si coprivano le Ninfe. Di colore verde acqua come il colore delle onde del mare.

CUPREO
Dal latino cupreus "di rame", da cuprum "rame". Significando "di rame", per naturale estensione  col significato che ha il colore bruno tendente al rosso del rame.
 

          D          

 
DENIM  
Il blu dei jeans tinti con l'indaco. 
 

          E          

 
EBANO  
Dal legno tropicale di diversi alberi del genere Diospyrus. Marrone molto scuro quasi nero. 

ÉCRU  
Termine francese che significa greggio, crudo; dal latino crudus, crudo, grezzo. 1. Colore dal tipico aspetto greggio, di filato o tessuto non candeggiato. 2.  Colore naturale, tra il giallo e il grigio, simile a quello di certe tele grezze. 
 
ELIOTROPO
Ha
una tonalita rosa-viola che rappresenta il colore del fiore della pianta di eliotropo (heliotropium). Un altro nome per questa tonalità è lavanda brillante.

ELISABETTA
Colore rosa intenso.
 
ERBA CIPOLLINA
È una sfumatura di giallo-verde medio-scura. Verde dalla temperatura calda ideale per la stagione autunno, funziona bene come un colore neutro perciò sarà perfetto anche nei capospalla, adorabile in abbinamento al rosso, al giallo e al viola. Inglese: chive.
 

          F         

 
FALBO  
Dal provenzale falp, dalla voce germanica ricostruita falwaColore giallo scuro tendente al rossiccio, tipico della pelliccia di certi animali.

FERRIGNO  
Del colore del ferro; grigio scurissimo.

FERRUGINEO  
Dal latino ferriginĕu(m), derivato da ferrūgo -gǐnis “ruggine”. È il colore della ruggine, di un colore rosso bruno, tipico della azione del tempo sul ferro.

FLEUR DE POMME
Giallo più vino chiaro rosé.

FOSCO  
Dal latino fŭscus. Di un tono grigio scuro, tendente allo scuro. Il fosco è proprio il color della terra.

FRULLATO DI PAPAYA
È
un beige con una leggera colorazione arancione. Rappresenta il colore del frappé realizzato miscelando polpa di papaya con crema o yogurt.

FUCSIA  (FUXIA)
Deriva il suo nome da quello del naturalista tedesco Leonhart Fuchs (1501-1566), che studiò e catalogò sul suo erbario una particolare famiglia di piante, cui venne dato il suo nome. 1. Colore rosso carico tendente al viola, celebrativo, che sposa la regalità del porpora con la seduzione del rosso. Apparso durante la Seconda guerra mondiale anche grazie a una maggiore disponibilità di tinture. 2. Colorante organico, usato per tingere di rosso il cotone. 

1. Abito "La Sirène" in seta drappeggiata - Charles James, 1939
2. Abito da sera Gucci, Autunno/Inverno 2010 


RIFERIMENTO LETTERARIO - Questo termine fu usato per la prima volta nella lingua italiana da Tomasi di Lampedusa nel libro "Il Gattopardo".

FULVO  
Dal latino fulvus. Di colore biondo tendente al rosso, proprio della criniera del leone. Si dice soprattutto del pellame di alcuni animali. 

FUMO DI LONDRA  
Tono di grigio scuro dall'aspetto opaco.
 

          G         

 
GAINSBORO
Colore di una tonalità pallida di grigio. 

GIALLO  
Derivato attraverso l'antico francese jalne, dal latino galbǐnus, derivato di gàlbus «verde pallido», di etimologia incerta. Forse il giallo più netto è quello dello zafferano. Ma sono innumerevoli le sue gradazioni e le sue varietà. Inoltre anche il giallo, come gli altri colori, può rimanere giallo pur pendendo in qualche altra tinta. Ma forse il miglior modo per intendersi è chiedere aiuto alla tavolozza naturale, dicendo, per un caso o per l'altro, giallo limone giallo solfo, giallo ranucolo giallo girasole, giallo oro giallo ambra, banana, grano, miele, paglia, topazio, moscato, sciampagna, stoppa, foglia mora, ecc. Nelle tinture di fibre tessili troviamo il giallo antracene, il giallo di alizarina (appartenenti alla classe dei diazocomposti), il giallo indantrene e altri coloranti derivati dall'antrachinone; giallo minerale, ossicloruro di piombo, usato, specialmente in passato, come pigmento.

Il giallo è uno dei colori dello spettro che l'uomo riesce a vedere, tra l'arancione e il verde. Ha la lunghezza d'onda compresa tra 565 e 590 nanometri. È uno dei tre colori primari sottrattivi, insieme al ciano e al magenta; il suo colore complementare è il viola.

È un colore indossabile in tutte le stagioni, anche se primavera ed estate sono le stagioni in cui lo si sente meglio addosso. Si abbina bene con l’arancio, il marrone e il cuoio. Tutte le sfumature, facendo attenzione ai toni caldi o freddi. In questo modo si ottiene un ton sur ton. Sempre con questo concetto si sposa molto bene con oro e bronzo, beige, sabbia, corda e tutti i toni neutri. Anche con il verde salvia. Bellissimo l’accostamento con il bianco, molto chic ed estivo, e per gli arditi molto bene con il blu e con il viola (suo complementare). Attenzione all’abbinamento con il nero, l’effetto ape Maya è dietro l’angolo, ma declinato con un bella fantasia in bianco, nero e giallo cambia completamente.
 
Francese: Jaune - Inglese: Yellow - Tedesco: Gelb - Spagnolo: Amarillo




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United Colors of Benetton - Autunno/Inverno 2012 


GIALLO LIMONE
Si distingue dagli altri gialli per le sue sfumature verdastre, dal lime all'oliva, che ne aumentano la complessità.
 
Maglione e pantaloni - Primavera/Estate 2012
Albert Kriemler per Akris


GIALLO MARTE
Deve il suo nome
al dio della guerra e protettore del ferro, che per i romani era, appunto, Marte. È un pigmento molto simile all’ocra costituito da ossidi di ferro sintetici. In francese jaune de Mars.

GIALLO PAGLIERINO
È
una gradazione di giallo, detta così perché simile al colore della paglia. In francese diventa "giallo paglia", jaune paille.
 
GIUGGIOLINO  
Derivato da giuggiola. Colore tra il giallo ed il rosso, cioè a un punto d'arancione basso. Il colore delle giuggiole (frutto, noto anche come dattero cinese).

GLAUCO
Dal latino glaucus, a sua volta derivato dal greco γλαυκός «brillante, lucente». Colore verdazzurro alquanto chiaro: colore proprio del mare.

GLICINE
È un violetto  come il fiore abbastanza chiaro, assai simile al lavanda chiaro. 

GRANATA  
Il suo nome deriva dai chicchi della melagrana. Per il colore del granato, cioè un rosso scuro e caldo, simile al Bordeaux.

GRANATO  
Dal bruno scuro al rosso viola variano le tinte della pietra detta granato, che può essere "orientale" (un corindone) o "comune". Pietra di bella apparenza ma non di grande valore. Anche per il suo colore ( granata) questa pietra è spesso scelta. 

GREGGIO  
Colore tra il bianco e il marrone chiarissimo (beige). I francesi chiamano écru il colore del tessuto naturale. In italiano potremmo chiamarlo "colore grezzo", o l'equivalente "colore spago".

GREIGE
Colore che è una via di mezzo fra il beige e il grigio. Colore iconico di Armani.  

GRIDELLINO  
Dal francese gris-de-lin. Antica e bella voce italiana, per dire il colore tra il grigio e il rosa, che con voce derivata dal francese si dice comunemente →lilla, e vale anche per il →viola pallido. Altro sinonimo in italiano è grisellino.

GRIGIASTRO  
Un grigio incerto, pendente verso altri colori indeterminati.

Francese: Grisâtre - Inglese: Grayish - Tedesco: Gräulich - Spagnolo: Grisáceo 

GRIGIO  
Dal germanico grīs, che significa canuto, brizzolato e, in generale, il termine grigio può indicare persona o capigliatura sale e pepe. Il grigio puro è composto di bianco e di nero; ma innumerevoli sono i grigi, che, per l'aggiunta di un colore o dell'altro, assumono diverse sfumature e meritano diversi nomi, che non è possibile elencarli tutti: grigio perla, grigio piombo, ferro, argento, pietra, ardesia, talpa,  tortora, grigio sabbia, acciaio, grigiazzurro, grigioviola, grigio gialligno, grigio rosato, grigioverde, ecc. Si può anche dire per un grigio molto chiaro grigetto. Il grigio è un colore comune in natura. Il modello RGB presenta una scala monocromatica di 256 livelli di grigio, dal bianco fino al nero (bianco e nero sono tecnicamente grigi acromatici). L'occhio umano è in grado di distinguere nettamente in media 16 livelli di grigio. Il grigio è il colore complementare di se stesso.

Il grigio, spesso non considerato neppure un colore, è il vero neutro, più del beige e del bianco; per questo è un servitore eccelso del colore, esaltandolo.

Nell’abbigliamento il grigio è molto usato nella moda maschile europea e nord americana nell’ambito dei professionisti perché l’Occidente ha delegato la moda alla donna e ha reso l’uomo ‘neutro’, almeno tradizionalmente, sobrio.
Nell’Antichità fino al Medioevo il grigio era il colore della lana non tinta pertanto indossato da contadini e poveri ed era anche il colore del saio dei monaci francescani. cistercensi e cappuccini in segno di umiltà e simbolicamente allusivo al voto di povertà. Nel corso del Rinascimento e del Barocco acquistò importanza perché il nero in Francia, Italia e Spagna divenne il colore importante della nobiltà come si evince dalla pittura dell’epoca e il bianco e il grigio bene vi si accordavano. Questo colore divenne molto in uso durante il XVIII secolo per gli abiti da donna e per i gilet e i cappotti da uomo per la sua luminosità nelle sete e satin indossati dai nobili. Nell’Ottocento poi le linee della moda femminile furono dettate da Parigi mentre quelle dell’abbigliamento maschile da Londra dove a metà del XIX secolo apparve il tailleur grigio, chiaro in estate e scuro in inverno. L’uomo andava così riducendo la sua tavolozza e il ‘fumo di Londra’ è rimasto tuttora un classico. Purtroppo il grigio per le donne cominciò ad evocare altre suggestioni essendo grigia la tenuta da lavoro delle operaie e delle lavoratrici in genere, chiamate pertanto grisette, come le prostitute parigine dei quartieri basse, tenendo conto che gris significava anche ‘ubriaco’. Il grigio divenne poi protagonista delle divise dei soldati perché fossero meno visibili, quando entrarono in uso i fucili a raggio più lungo, della divisa blu e rossa e fu il colore dell’esercito confederato durante la guerra civile americana e dell’esercito prussiano nel 1870 durante la guerra franco-tedesca. Negli Anni Trenta poi del Novecento divenne simbolo di industrializzazione e di guerra e il tailleur assunse la valenza di un’eleganza media, di un pensiero uniformato. (Ilaria Guidantoni, giornalista e scrittrice - da: Mentiinfuga - pubblicato sul web il 2 Aprile 2022).

Francese: Gris - Inglese: Grey | Gray - Tedesco: Grau - Spagnolo: Color gris



Man mano che sfuma verso il nero nello spettro cromatico,
il grigio guadagna intensità, sollecita rispetto e richiama l'attenzione.


GRIGIO DI PAYNE
Il colore prende il nome da William Payne (1760-1830), pittore inglese, inventore della tonalità di colore nel XVIII secolo. Tonalità di grigio tendente al bluastro; Il colore è ottenuto da una miscela di blu (blu oltremare e ftalocianina, che è un composto sintetico) nonché di nero. Lo potremmo definire il colore della lontananza, degli orizzonti (dai mari ai monti) e quindi è nell'abbigliamento un sicuro abbinamento con i colori della natura.

GRIGIOLATO  
Per macchiato di grigio, spruzzato di grigio ("una pelliccia grigiolata").

GRIGIOLINO
Di colore grigio chiaro. Sinonimo: grigétto.
 

          H          

 
HUANG  
Termine cinese. Colore giallo, scelto come colore  di corte in Cina per confermare la continuità della tradizione dinastica Qing rispetto alle precedenti. Il giallo chiaro (minghuang) era prerogativa dell'imperatore, dell'imperatrice (anche se vedova) e delle consorti imperiali di alto rango. Il giallo albicocca (xinghuang) era il colore dell'erede diretto e della sua consorte e il giallo oro (jinhuang) era per gli altri figli dell'imperatore.
 

          I          

 
IBISCO  
Dal latino scientifico hibiscus, dal latino classico hibiscum, a sua volta dal greco ἰβίσκος. Tonalità di azzurro chiaro, simile al colore del giacinto come quelli dei fiori purpurei dalla pianta del Hibiscus syriacus, detto comunemente ibisco.

IMPORPORATO
Derivato da porpora. Tonalità di rosso vermiglio.
 
INCARNATO
Derivato di carne.
Per indicare l'incarnato, Omero usò la parola choma, che in greco vuol dire colore, e che nei suoi versi prende anche il significato di pelle o carne, insomma l'involucro del corpo umano. Secondo Aristotile furono i pitagorici a usare per la prima volta la parola chroma per indicare la superficie colorata di un corpo o di un oggetto. È un cromonimo (che può assumere quindi sia il valore di sostantivo, sia quello di aggettivo). 1a. Che ha il colore roseo della carnagione giovane e sana; 1b. Come sostantivo, il colore stesso. 2. Oggi, sarebbe più corretta la definizione di Omero "involucro del corpo umano".

INDACO  
Dal latino indǐcum (folíum), "foglia" indiana; a sua volta derivato dal greco antico ἰνδικόν, Indikon, ovvero “sostanza che viene dall'India”; mentre per gli arabi era an-nīl e per i cinesi tien il laam, che tradotto significa "azzurro del cielo". Sostanza naturale o sintetica (quella oggi usata dall'industria, che è la quasi totalità dell'indaco prodotto). Ha colore compreso, nello spettro solare, tra il rosso e il violetto.


Christian Dior - Primavera/Estate 2018 


L'indaco naturale si ricava da diverse piante del genere Indigena e dal Guado (Isatis tinctoria), che vengono tagliate e fatte fermentare in acqua. Il liquido giallo-verde che si ottiene dalla fermentazione viene fatto ossidare all'aria in ampie vasche, nelle quali viene costantemente agitato. Man mano che progredisce l'ossidazione, il colore della soluzione vira gradualmente fino a diventare un blu-violaceo caratteristico. Viene quindi raccolto il deposito melmoso che si è formato, riscaldandolo per bloccarne la fermentazione. Una volta asciugato, viene messo in commercio a forma di pani. L'indaco era usato in tutto il mondo fin dall'antichità. La storia dell'indaco naturale è segnata da luci e ombre: una lavorazione complessa e faticosa, legata alla schiavitù (nell'America prerivoluzionaria) e alla colonizzazione (in Bengal sotto i Raj britannico a metà dell'Ottocento).

L'indaco sintetico è un tipico colorante al tino.

ISABELLA  
Di incerta etimologia, su cui le fonti sono discordanti, ma riconducibile ad Isabella d'Austria, arciduchessa d'Austria (figlia di Filippo II re di Spagna), principessa sovrana dei Paesi Bassi spagnoli. Le malelingue del tempo avevano messo in giro la voce  che nel 1601, quando il marito arciduca Alberto d'Austria aveva iniziato l'assedio di Ostenda, avesse fato voto di non cambiarsi la biancheria intima fono alla capitolazionr, convonta che questa sarebbe avvenuta in pochi giorni (invece l'assedio durò tre anni) la stessa non fosse cambiata finché la capitale nemica non si fosse arresa... ed allora è comprensibile il colore incerto dell'indumento. Ci vollero due secoli per sfatare la leggenda, quando nell'Ottocento gli studiosi ebbero accesso agli inventari del guardaroba, scoprendo che già prima dell'assedio di Ostenda ella possedeva  due abiti di colore Isabella. Colore giallo-bigio con una sfumatura particolare tendente al marroncino. Il colore Isabella è detto in Italia anche giallo lionato, ed è rimasto nella descrizione degli animali.
 

          L          

 
LATTESCENTE  
Dal latino lactescens-entis, participio presente di lactescĕre. Colore simile al latte.

LAVANDA  
Da lavanda, perché usata per profumare l'acqua per lavarsi. Tipico colore violetto, di una pianta cespugliosa delle Tubliflorali, originaria delle regioni mediterranee, con rametti eretti e fiorellini molto profumati. La sua essenza agisce come antitarme naturale.

Francese: Lavande - Inglese: Lavander - Tedesco: Lavandel - Spagnolo: Lavandula

LILLA  
Adattamento dal francese lilas (forma antica lilac), a sua volta dall’arabo līlak, a sua volta dal persiano nīlak (lilach), a sua volta dal sanscrito nīla. Colore tra il rosa e il viola. Designa l'alberello, che dà ricche spighe di fiori color gridellino.

LIME  
Colore a metà strada fra il giallo e il chartreuse, chiamato così proprio per la sua somiglianza con il colore del frutto omonimo. È solitamente rappresentato come un giallo elettrico brillante.

LIONATO
Derivato di lione, leone. Colore fulvo, che è proprio del manto del leone; simile alla variabile cannella e tabacco, ma un po' più aranciato.

LIQUIRIZIA  
Dal latino tardo liquiritia, adattamento, con influsso di liquor, del greco γλυκύρριζα, composto  di γλυκύς «dolce» e ῥίζα «radice». Sfumatura tra il marrone tostato e il nero, che è dato dall'estratto della liquirizia, anche se la radice fresca della liquirizia è di un giallo paglierino. 
 

          M          

 
MADREPERLA  
Colore simile alla sostanza dura bianca, a riflessi iridescenti, che si trova nell'interno di numerose specie di conchiglie.

Francese: Nacre - Inglese: Mother of pearl - Tedesco: Permutter - Spagnolo: Madreperla 

MAGENTA  
Prende il nome dalla battaglia di Magenta (combattuta fra franco-piemontesi e austriaci) del 4 giugno 1859. Colore chiamato cremisi (rosso scarlatto), dalla tonalità intensa. In realtà è un fucsia, con fiamma blu.  

MALVAROSA  
Composto di malva e ròsa. Simile al colore malva, ma con meno viola e più rosa. La moda, a volte, ha bisogno di termini poetici o più adatti ad un testo di una canzone.

MANDARINO  
Tra il rosso e il giallo, più vicino a quello che non a questo, simile all'arancio, o arancione, ma più acceso. 

MARRONE  
Caldo bruno rossastro, che è precisamente il colore dei frutti del marrone o al plurale marroni (una varietà di castagno, che da frutti di particolare grossezza). Una prima divisione cromatica del marrone è testa di moro e tabacco. Altri nomi usati sono: ebano, mogano, tanè, torba, cioccolato (generalmente fondente), moka, espresso, caffè, castagna, cacao, marron glacé, corteccia, carta da pacco, avana, rhum, seppia (versione scolorita di fotografie).  

Francese: Brun - Inglese: Brown - Tedesco: Braun - Spagnolo: Marrón

Marrone chiaro - Francese: Brun Clair - Inglese: Fawn | Light brown - Tedesco: Hellbraun - Spagnolo: De color marrón claro




MAUVE
 
Voce francese, che significa "malva", che è il nome italiano della Malva Silvestris, che è un'erba che nell'antica Roma era usata per ottenere il colore azzurro. Colore che è un viola chiaro: può sfumare  dal rosa grigiastro al colore dell'uva, simile a quello dei colori di malva; usato col nome francese nel linguaggio della moda. Il corrispondente italiano è malva.

STORIA - Considerata la prima tintura anilinica, inventata nel 1856 (il brevetto gli verrà concesso nel 1857) dal giovane chimico inglese William Henry Perkin (1838-1907), che cercando di sintetizzare il chinino in funzione antimalarica ottiene una sostanza di colore rosso-brunastro dalla quale è possibile estrarre un eccellente colorante per la seta, molto stabile, che tinge in lilla e viola. Un brevetto che ha il suo battesimo sulla scena del commercio internazionale all'Esposizione Internazionale di Londra nel 1862. Inizialmente Perkin usa per la formula chimica il nome mauveine, per il suo uso commerciale Tyrian purple (porpora di Tiro) e aniline puple (viola anilina). Gli fu dato il nome francese mauve perché assicurava una connessione francese al suo prodotto e quindi un collegamento al mondo della moda. (Lia Luzzato - Renata Pompas, Colori e Moda, ed. Bompiani, 2017, pp. 228-229) 

Inglese: Mallow - Tedesco: Malve - Spagnolo: Malva   

MAVÌ  
Dal turco mavi. Colore celeste chiaro.

MELANZANA  
Sfumatura violacea e intensa, simile alle varianti scure dell'ortaggio.

MIELE
Nel linguaggio della moda, tonalità di colore di uno speciale biondo ambrato.

MILLENNIAL PINK
Rosa beige. Ha cominciato a fare sfoggio di sé intorno al 2012 come sfumatura delicata del rosa Barbie.

MINIO  
Dal latino mínium, che si ritiene prenda il nome del fiume Miño, nel nord-ovest della Spagna. È il nome volgare dell'ossido di piombo. Di colore dall'arancio al rosso vivo. È il colore che serve a dare un primo strato di vernice al ferro, per preservarlo dalla ruggine. 

MIRTILLO  
Viola intenso, dall'omonimo frutto. 

MOGANO  
Marrone tendente al rosso, il colore del legno omonimo.

MOKA
Marrone caldo più scuro del cioccolato.

MORATO  
1. Di solito si riferisce al colore nero di tono caldo, tendente al bruno. 2. Raramente indica altro colore scuro, prossimo al nero: viola morato, marrone morato, ecc. 

MORDORÈ  
Termine francese; composto dalle parole maure, "moro, bruno" e doré, "dorato". Colore marrone bruno caldo con suggestivi riflessi dorati. Si preferisce nella moda usare il termine francese a quello italiano Marrone dorato.

Marrone dorato - Inglese: Gold brown - Tedesco: Goldbraun - Spagnolo: Marrón dorado


MORMORINO  
Colore piuttosto scuro, insieme di nero e viola (o rosso cupo). 

MORELLO  
Diminutivo di moro. Colore simile al rovano, ruggine, con una tonalità scura tra il rosso e il nero o bruno scuro, tendente al violaceo, che ricorda quello delle more. 

MUSCHIO  
Nonostante il muschio vero abbia diverse tonalità, per antonomasia è un verde ingiallito.
 

          N          

 
NACARAT
Dallo spagnolo nacarando, madreperla. Colore rosso chiaro, tendente al rosa.

NANKIN
Nome francese della città cinese in cui in passato veniva prodotto l’omonimo tessuto. Colore giallo chiaro.

NERASTRO  
D'un colore che pende nel nero ("turchino nerastro", "bruno nerastro"). L'aggettivo non è bello, e quindi è preferibile aggiungere a quel colore l'attributo cupo, quando, naturalmente, si ottenga egualmente il risultato voluto, riservando nerastro per un nero indeciso. Altri sinonimi in italiano, sono: nericcio, nerigno.

NERAZZURRO  
Definisce il nero percorso da riflessi turchini, come di certi acciai bruniti, o del manto di certi cavalli neri, o della piuma di molti uccelli.

NERO  
Dal latino nǐger, nǐgra, nǐgrum. Colore per eccellenza o assolutamente non colore, acromatico, come il bianco e il grigio; a rigore il termine nero significa assenza di colore, per l'incapacità d'una superficie nera a riflettere o diffondere qualsiasi radiazione; spesso in opposizione con il bianco (“non distinguere il nero dal bianco”). Colore molto amato dalla moda.

Francese: Noir - Inglese: Black - Tedesco: Schwarz - Spagnolo: Negro

IN PRINCIPIO ERA IL NERO... poi entrò nella tavolozza del Diavolo 

NOCCIOLA  
Tonalità di marrone scuro.

CURIOSITÀ - A Prato questo colore è chiamato nocétta. A Prato veniva chiamato così il denaro contante. Forse quest'uso figurato (desueto) derivò dal colore nocetta/rossastro dei biglietti di banca da diecimila lire (anni Quaranta/Cinquanta). Pe' ccompta' ll'automobile e ci vole i' nnocetta.  

NOISETTE  
Voce francese. Tipico colore nocciola, marrone tendente al beige. 

NUDO  
Dal latino nūdus. In un mondo globalizzato diventa difficile associare il "nudo" ad un incarnato di riferimento caucasico (o colore "carne"), anche se il termine continua a indicare il rosa pallido (con una sfumatura beige), anche noto come pesca chiaro. Questa nuance delicata è tutt'altro che innocente, perché richiama il corpo nudo: negli anni Venti e Trenta era molto usata per l'intimo femminile (per corsetti, busti, calze), tra la fine degli anni Settanta si è trasferita all'abbigliamento femminile, e periodicamente questo colore viene ripreso nella moda dell'underwear-as-outwear. Probabilmente la biancheria color carne nasceva dall'idea che sarebbe stata meno visibile sotto certi tessuti impalpabili. Per altro proprio il color carne definito dall'intimo svela un dettaglio a cui spesso non pensiamo: se si escludono certi scandinavi, certi anglosassoni, nessuna pelle delle persone è rosa, neanche quella caucasica, c'è sempre nel rosa una qualche sfumatura olivastra, una certa dose di giallo che la fa ricadere nel volatile e complesso regno degli arancioni, a cui appartiene infatti il color carne canonico. Eppure nella definizione di questo colore esistono alternative meno inopportune e scorrette: sabbia, champagne, biscotto, pesca e beige. 


La Perla - bikini color carne con copricostume
Collezione primavera estate 2013 - sfilata Milano Moda Donna


          O          

 
OCRA  
Dal greco ὠχρός ōchrós che significa "giallo". In latino è ōchra(m). L'Ocra è un colore dalle tonalità che variano dal giallo-oro e bruno al marrone chiaro. Il termine indica anche alcuni coloranti naturali, ottenuti da minerali terrosi, contenenti idrato ferrico, in particolare ematite (ocra rossa) e limonite (ocra gialla). Varie le tonalità che si possono ottenere, ad esempio: giallo bruciato, tendente al rosso o marrone o nero. 

OLIVASTRO  
Colore tendente al bruno-verdastro, tipico dell'oliva.

OLTREMARE  
Antico nome dei lapislazzuli ed anche del corrispondente colore azzurro intenso.

ONICE  
Nero, dall'omonima varietà di calcedonio.

ORICELLO  
L'oricello (detto anche orceina”, roccella” o tornasole”) è una tinta rosso-viola scura che si ottiene da licheni. Licheni come questi crescono in molti luoghi del mondo, comprese le Canarie, Capo Verde, la Scozia e piccoli siti in Africa, in Oriente e in Sud-america.

CURIOSITÀ - Il nome e la ricchezza della nobile famiglia Rucellai di Firenze (siamo nel XIII secolo) derivano la propria origine da una bizzarra scoperta legata all'orina. Il nome Rucellai sarebbe un ingentilimento di “Oricellari”, con significato di addetti alla lavorazione dell' “oricella”, a sua volta diminutivo di “orina”. Questa, secondo la tradizione, sarebbe il lichene scoperto, in modo piuttosto assurdo, da un certo Alamanno del Giunta nel corso di un suo viaggio nelle isole Baleari: si narra che fermandosi ad orinare presso una pietra coperta di licheni, avrebbe notato con suo grande stupore che il colore del ciuffetto di lichene mutava in un rosso intenso che tirava al violetto. Forte della sua scoperta, di ritorno a Firenze, Alamanno  impiegò la tecnica del lavaggio del lichene con l'ammoniaca (contenuta nell'orina) per tingere la lana, ottenendo un colore viola molto intenso che prima era associato solo ai pigmenti ricavati da molluschi da cui si otteneva la porpora, che erano molto più costosi. Questa scoperta diede la possibilità alla sua famiglia di accumulare notevoli ricchezze, ed, intravedendo la possibilità di una fama futura, cambiò il proprio cognome in Rucellai, che permise alla casata di inserirsi a partire dal secolo successivo fra i magnati del Comune.
 
ORO
Dal latino volgare orum, disceso dal latino aurum, proveniente dal protogreco antico ayros, col significato di "ardere", "splendere".  È il risultato della miscela tra giallo ocra, arancione e un pizzico di bianco. Colore "solare", con diverse fiamme, a seconda della presenza maggiore o minore di rosso che lo spostano verso l'arancio. È un colore diffusissimo nel campo della moda e in quello dell’arredamento. Qualche anno fa si preferiva riservare l’abbigliamento oro alle ore serali, oggi invece è stato sdoganato anche in tutti gli momenti della giornata. L’accostamento ideale è con un abito colore oro è il nero, colore decisamente forte quasi al pari del nero, va praticamente su tutto, soprattutto sotto forma di accessori. È il colore perfetto per le feste.

ORZO
Beige medio più neutro del cammello.

OTTANIO  
Deve il suo nome all'ottano, componente antidetonante della benzina. Tinta, a metà strada tra il blu e il verde, che miscela opportunamente le tinte turchese e petrolio (l'ottano è un antidetonante della benzina). Vicino per analogia al blu-verde coda di pavone o del blu intenso dello zaffiro. Nasce alla fine degli anni '50 nel settore della moda e dei tessuti, il color ottanio è un simbolo dell'eleganza femminile, specialmente adatto ad abiti da sera dove, grazie al suo tono freddo e intenso, si abbina perfettamente al bianco. Un punto di colore senza un immediato riscontro in natura, che ha subito conquistato un posto nel mondo del lusso e dell'esclusività.


   
 

          P          


PANNA
È 
il colore della latte fresco da bovini che apascolando si nutrono di piante ricche di pigmenti carotenoidi gialli. Tali pigmenti vengono incorporati nel latte fresco, conferendogli un tono giallo molto chiaro, a metà strada tra i colori del latte e del burro. Il color panna è il colore pastello del giallo, proprio come il rosa lo è per il rosso.

PAONAZZO
 
Derivato da paone, pavone, perché è uno dei colori della sua coda. Di un colore viola piuttosto scuro. È il colore della mozzetta dei canonici e delle calze dei vescovi. Meno comune pavonazzo. Anticamente pagonazzo.

PERVINCA   
È il colore dell'omonimo fiore. Un colore azzurro tendente al viola, vagamente grigiastro.

PESCA
È una tonalità chiara di arancione che ricorda il colore interno del frutto da cui prende il nome. Si tratta di una tinta a metà strada tra un color carne e un rosa con un tocco di arancio.


Abito-corsetto (1987 circa)
Jean Paul Gaultier



PETROLIO  
Verde scuro con un pizzico di blu. È il colore del collo e delle penne sulle ali delle anatre.  

PIOMBO
Grigio scurissimo (nero chiaro).

PORPORA  
Dal latino purpura, che deriva dal greco porphýra, che però erano spesso utilizzati per descrivere delle tinte cremisi molto intese, simili al colore del sangue. I termini latini e greci sono diventati prima purpre in inglese antico e poi purple in quello corrente, perdendo l'ambiguità cromatica del porpora originario e aumentando il tasso di blu fino a designare il vasto campo dei viola. In italiano invece il porpora, forse complici secoli di imperatori e cardinali porporati, si è sbilanciato più verso il campo dei rossi: si dice abitualmente “rosso porpora”. E così il nome italiano per la gamma di sfumature sorte dall'incontro tra rosso e blu non deriva da una lumaca di mare ma da un fiore: la viola. In origine il colore porpora è un viola vivo e puro. Oggi, impropriamente, è associato ad un tono di rosso. Colore arcaico quanto mitico.

STORIA - Nell'antichità la porpora era la tintura più preziosa al mondo, e
i tessuti tinti di porpora erano prodotti di lusso molto ambiti nel mondo mediterraneo, e la sua sfumatura precisa nel mondo antico resta ancora un mistero. Veniva estratta dalle ghiandole ipobranchiale delle lumache che è all'interno di una conchiglia di circa 6-8 cm; tipicamente del mar Mediterraneo (Murice spinoso o Bolinus brandaris) contenente i precursori del porpora. La sua preparazione in origine era un processo molto tedioso e, soprattutto, fetido. Una volta raccolti i murici, questi venivano privati della ghiandola che veniva lasciata macerare in acqua di mare per tre giorni. Dunque si procedeva alla bollitura nel calderone per almeno dieci giorni, al termine dei quali si immergeva la stoffa da tingere, lasciandola ad assorbire la sostanza per parecchie ore. Il processo di bollitura provoca l’esalazione di composti solforati quali metantiolo, dimetil solfuro e il famigerato dimetil trisolfuro, generando così un fetore simile al tanfo di un cadavere misto a quello di aglio marcio. Numerosi storiografi greci raccontano che era praticamente impossibile resistere a questa nube nauseabonda, tanto che le vasche dei tintori erano relegate (centri di produzione del porpora) in zone molto distanti dai centri abitati. Per produrre un'oncia di purpuridae servivano 336.000 molluschi, in quanto da ogni mollusco si può estrarre solo una goccia. Era quindi un colore costoso (nel IV secolo a.C. aveva lo stesso valore dell'argento), peculiarità dei re, la porpora dei cardinali (i porporati) e dei ricchi. Presso i Romani la veste tinta di porpora era simbolo dell'ordine senatorio ed equestre. I Fenici furono tra i primi a specializzarsi nella pesca del mollusco e nel processo di tintura delle stoffe. Il più noto centro era nella città di Tiro in Libano (le tracce più antiche della tintura con il “porpora di Tiro” risalgono al XV secolo a.C.) e successivamente, dopo il suo declino, presso Cartagine. Proprio di qui raggiunse Roma, dove divenne uno dei simboli della magnificenza imperiale.

La chimica della porpora

Il primo studio sulla composizione della porpora di Tiro risale al 1879 ad opera del chimico Henry Edward Schunck che estrasse le ghiandole di 400 molluschi mettendole in etanolo, per poi esporre la soluzione ai raggi del sole. Questa, inizialmente gialla, virò velocemente al verde, al blu e infine al violetto scuro. Lasciò sedimentare il pigmento, ottenendo l’esigua quantità di 7 milligrammi. Sarà soltanto nel 1908, per mano, assai paziente, di Paul Friedländer, che vennero estratte le ghiandole di 12 000 murici a Trieste, ottenendo stavolta 1,4 grammi di prodotto cristallino.

In epoca moderna le tinture sintetiche hanno reso questo colore più accessibile.




PURPUREO  
Aggettivo italiano. Di colore rosso vivo (con una sfumatura di preziosità); di color porpora.


          R          

 
RAME  
Un oro rosato e rossastro dai riflessi metallici (Se si parla di capelli ramati la sfumatura è però più arancione e brillante).

ROGGIO  
Dal francese rouge, a sua volta dal latino rubeus. Di colore rosso infocato.

ROSA  
Dal latino rŏsa. Colore tipico della Rosa canina, intermedio fra il bianco e il rosso, carnicino. Nel campo della moda, a partire dalla fine del XIX secolo, con i colori brillanti ottenuti con i coloranti sintetici, lo spazio di questo colore nel cerchio cromatico è situato fra il rosso e il viola. Il rosa è indubbiamente un colore versatile, con talmente tante sfumature, calde e fredde, che tutti possiamo trovarne una che ci stia bene. È perfetto da solo, abbinato con il nero o il grigio per ingentilirlo. Questo abbinamento è perfetto per i contesti formali. È ideale anche per le cerimonie, nelle tonalità rosa cipria e antico, in pizzo diventa subito romantico. Abbinato al bianco, anche nelle tonalità più vibranti come il fuxia, anche molto estivo, e adatto a moltissimi contesti.

Francese: Rosé - Inglese: Pink - Tedesco: Rosa - Spagnolo: Color rosa

STORIA - «Il rosa non è una prerogativa del fiore dello stesso nome. Tanti altri fiori si vestono di questa tinta. Né il greco né il latino dispongono di un vocabolo per questo colore. È vero che in latino esiste l'aggettivo roseus, costruito sul nome del fiore (rosa), ma si tratta di un falso amico: non significa «rosa» ma «rosso brillante», «vermiglio», «rosso molto bello». Sia che si tratti della natura, sia della pittura o della tintura il rosa nell'Antichità non è mai denominato con un termine specifico. L'aggettivo latino più adatto sarebbe pallidus, che tuttavia è impreciso e polisemico. Altri aggettivi di significato simile potrebbero essere: pallescens, rubellus, subrubeus.» (M. Pastoureau, Rosso - storia di un colore, Ed. Ponte alle Grazie, 2016).

I cinesi non conoscevano il colore rosa fino a quando non hanno avuto contatto con la cultura occidentale; tuttora il colore rosa è "colore straniero". (
Nelli Marina - Quaderni del colori [12 vol. - rosa, p. 15] - ed. Elpo, 2020

CURIOSITÀ - Siamo sempre abituati ad associare il rosa alle donne, ma nei secoli passati questo colore era legato al mondo degli uomini. Questo perché in alcune culture il rosa era considerato una variante del rosso, simbolo di virilità e forza maschile.




ROSA ANTICO  
Rosa polveroso che grazie al sottotono beige può definirsi una base neutra ed elegante per qualsiasi mise. È anche definito rosa quarzo. Per Pantone il rosa antico si chiama Old Rose e si identifica con il codice 17-1518. È un colore che sta benissimo insieme al marrone e al blu scuro.
 
ROSA BRILLANTE
È
la tonalità di rosa di massima saturazione. In inglese viene anche detto rose come il fiore; in italiano viene aggiunto l’aggettivo brillante, per differenziarlo dal rosa.

ROSACEO  
Colore simile alla rosa, indica anche un rosa indeciso, tendente al violetto.

ROSA CONCHIGLIA  
Rosa pallido e soffuso.

ROSA CONFETTO  
Il rosa tipico dei dolci e dello zucchero filato. 



Céline - Autunno/Invero 2011/2012


ROSA SHOCKING  
Indica una particolare sfumatura di rosa molto forte e brillante. Pantone di riferimento rosa 219 C.

CURIOSITÀ - Tutto iniziò con un diamante di Cartier da 17,47 carati. La tinta rosa shocking della celebre pietra appartenuta all'ereditiera Daisy Fellowers, la Téte de Bélier, ispirò la collezione di Elsa Schiaparelli per il 1937.
Fu una colorazione lungamente ricercata, che esordì sul packaging del suo profumo Shocking de Schiaparelli. La forma del flacone – da cui, va detto, Jean Paul Gaultier ha preso più di una ispirazione per la sua fragranza, La Belle – fu invece modellata dalla scultrice Leonor Fini, seguendo le forme conturbanti del busto di Mae West. Il colore, passato alle cronache come Rosa Shocking, era “luminoso, impossibile, sfacciato, inappropriato, vivificante, come tutta la luce e gli uccelli e i pesci del mondo messi insieme, un colore della Cina e del Perù ma non dell’Occidente”, un colore puro e non diluito. Da quel momento in poi il rosa che scioccò il mondo divenne il suo marchio di fabbrica.




ROSATO  
Di colore rosa o tendente al rosa. E questo è propriamente quel colore, che è comunemente detto incarnato, perché egli rappresenta più, che altro colore, la nitidezza della carnagione giovane e sana.   

ROSÉ  
Dal francese rosato. Indica un colore rosato di stoffa, di abito o di qualsiasi altro materiale.

ROSSASTRO  
Rosso opaco, tendente allo scuro e allo sporco.

Francese: Rougeâtre | Roussâtre - Inglese: Reddish - Tedesco: Rötlich - Spagnolo: Rojizo

ROSSICCIO  
Colore tendente al rosso, con tonalità più chiare e sfumatura ruggine. Più raro il termine rossigno.

ROSSO  
L'etimologia della parola rosso è legata alla radice indoeuropea rudh- o reudh-  (in sanscrito, se usata come sostantivo, la parola rudh-iram = sangue, se invece, usata come aggettivo = rosso ). Dal latino rŭssus. Radice che ritroviamo nelle parole latine rubensruber e rufus = rosso; anche nelle lingue protogermaniche troviamo la parola rauthaz = rosso da cui l'anglosassone red ed il tedesco rot. Rosso significa, originariamente, "di colore del sangue". Con i suoi diversi nomi e le sue varie sfumature: carminio, cinabro, cremisi, minio, porpora, scarlatto, solferino, vermiglio, e altri. In chimica, nome di numerose sostanze, naturali o artificiali, organiche o inorganiche, usate come pigmenti o come coloranti nella tintura di fibre tessili; in particolare, di composti azoderivati quali, per esempio, il rosso d'antracene, il rosso cocciniglia, usati per tingere la lana.

È anche il colore che identifica una città o una zona
, in un fenomeno tipicamente italiano (rosso Bologna, rosso Pompeiano, rosso veneziano).
 
1. Abito by Armani Privè - primavera 2011
2. Abito by Alexander Wang - pre collezione autunno 2012
3. Ensemble by Christian Dior - primavera 2011 


CURIOSITÀ - Valentino creò una nuance tutta sua, il "rosso Valentino", che fonde il colore primario con sfumature di arancio intenso per intensificarne il tono e l'impatto. Per il suo ultimo défilé di haute couture, nel 2008, Valentino ha tenuto a lungo la platea col fiato sospeso, sfacendo sfilare settantaquattro abiti nei toni del bianco, del pistacchio e del celeste. alla settantacinquesima uscita è arrivato il gran finale, della sfilata e della carriera: l'intero cast di trenta modelle ha solcato la passerella sfoggiando abiti rosso fuoco. Un'uscita di scena catartica per il maestro dello chic.
  
 
Rosso Valentino


Francese
: Rouge - Inglese: Red - Tedesco: Rot - Spagnolo: Rojo

Rosso... mi avventuro tra bacchettoni della Riforma e Cappuccetto




ROSSO BORBONICO
È
una tonalità di rosso di cadmio scuro tendente al porpora, denominato borbonico. La storia familiare assicura che fu un avo, sarto alla Corte dei Borbone a Napoli ai tempi del Regno delle Due Sicilie, a dedicare questa particolare nuance ai reali e che perciò fu definita “Rosso Borbonico”.


Tailleur “Rosso Borbonico” - foto: © Archivio Ferdinandi
Vincenzo Ferdinandi (1920-1990),
stilista italiano tra i fondatori dell'Alta moda in Italia.


ROSSO CONGO
 
Il suo nome non è legato ad origini africane, ma ha probabilmente a che fare con questioni geopolitiche di quel periodo. Si tratta della prima tintura per cotone a non richiedere un mordente per la sua applicazione. Ha avuto un ampio utilizzo come tintura per tessuti. Di elevata tossicità (è un composto cancerogeno), questo colorante azoico è un solido colore rosso scuro (bruno-rossastro). 

STORIA - Il suo inventore è il chimico tedesco Paul Bottinger che riuscì ad ottenere nel 1883 un colorante sintetico capace di legarsi alle fibre senza l'uso di ulteriori e costosi additivi (i mordenti) che all'epoca erano essenziali per evitare il rapido scolorimento dei tessuti.
 
ROSSO POMPEIANO
È un'ocra rossa di origine inorganica naturale, composta da ossido di ferro.    

ROVANO  
Colore scuro, un misto fra il rosso e il nero. Nel Medioevo era considerata una tinta vedovile.
 
RUBINO
Dal latino medievale rubinus, derivato del latino ruber «rosso». Colore rosso intenso ma limpido e brillante, come quello delle varietà più pregiate della gemma.

RUBRO  
Dal latino ruber -bra -brumColore rosso, che è un latinismo raro.

RUFUS  
Colore non pienamente rosso, ma che tira al giallo e al bianco. 

RUSSET
Prende il proprio nome da una particolare specie di patate. Gradazione di marrone tendente al rossastro.


          S          

 
SALICE  
Verde alquanto chiaro, tendente al grigio argentato, proprio come il rovescio delle foglie del salice.

SALMONE  
Colore dalla tonalità rosata tendente all'arancione. Di che colore è il salmone con cui abbiamo a che fare di solito? Al banco del pesce è arancione chiaro; una volta cotto diventa rosa pallido; quello affumicato è decisamente scuro; mentre quello in scatolette è più biancastro.  

Francese: Saumon - Inglese: Salmon - Tedesco: Lachsfarben - Spagnolo: Color salmón 

SANGUE DI BUE  
Rosso ruggine scuro. 

SBIADATO  
Colore azzurro molto tenue, tendente al grigio. Detto anche sbiavato.  

SCARLATTO   
Dal latino medievale scarlatu(m), forse dal persiano saqirlāt ‘abito tinto di rosso’. Rosso leggermente più cupo del vermiglio. Vedi anche alchermes.

Francese: Rouge écarlate - Inglese: Scarlet - Tedesco: Scharlachrot - Spagnolo: Carmesí

CURIOSITÀ - Nei documenti medioevali e rinascimentali ricorre spesso come sinonimo di puro, sempre in riferimento al colore, per cui si trovano affermazioni tipo verde scarlatto, bianco scarlatto, nero scarlatto.


SENAPE  
Giallo scuro, come la salsa.

SEPPIA
1. In tessitura è un beige chiarissimo in ordito, tramato albicocca. 2. È anche il colore delle versione scolorita di fotografie.

SMALTINO  
Blu vetroso.

SOLIDAGO  
Prende il nome dal fiore della pianta Solidago virga aurea, appartenente alla famiglia delle Asteraceae. Giallo intenso.

          T          

 
TABACCO
Colore bruno aranciato.

TAMARINDO  
Tonalità di colore bruno molto scuro, simile a quella del frutto da cui prende il nome. 

TANÉ  
Dal francese tannè, conciato. Tonalità di castano, intermedia tra il nero e il rosso, marrone. Un beige rosato più scuro del cipria.
 
TANGO  
Tonalità di arancione piuttosto accesa.

TERRA DI SIENA  
La terra di Siena naturale è un colore bruno chiaro, tendente al giallo. Nella versione terra di Siena bruciata assume un colore rosso-cupo.Questa nuance è stata ed è molto usata anche nella tintura dei tessuti e ampiamente utilizzata in tutto il settore moda sia nell'abbigliamento, che nelle calzature, che negli accessori. È un colore particolare ma che si abbina con molte altre tonalità, come il beige e alcune gradazioni del marrone, il bianco, il giallo, il rosso, con certe sfumature di verde e, naturalmente, anche con il nero.

TERRA D'OMBRA  
Marrone scuro, piuttosto freddo, privo di riflessi smaltati.

TESTA DI MORO
Colore genericamente inteso come marrone scuro.

TIFFANY
È una tonalità particolare di azzurro, dove le onde si increspano di verde e il cielo si riflette e traspare,
associata all'azienda statunitense Tiffany & Co. (creato nel 1837, l'azzurro che si ispirò alle uova di pettirosso americano). In alcuni paesi, tra cui gli Stati Uniti, tale colore, utilizzato da Tiffany per le confezioni dei gioielli, è un marchio registrato.

Sinonimo: acqua-giada, che è l'incrocio di verde e di azzurro che produce l'opale.



TOPO  
Nell'industria tessile di Prato, il termine riferito agli stracci, indica un colore grigiastro, poco pregiato.

TORBA
Marrone scuro grigiastro un po' più scuro del seppia.

TURCHESE  
Dal francese antico turqueise (pierre), propriamente "(pietra) turca", così denominata perché originaria delle terre dei turchi. Colore azzurro di tonalità tra il verde chiaro e il celeste, simile a quello della pietra semipreziosa. Lo si ritrova in tutte le culture antiche, dalla Persia (Iran) al Messico, anche se i francesi lo incontrarono (da qui il nome) in Turkistan (Turchia). In Nord America gli Anasazi estraevano il turchese già nell'anno Mille, e i Pueblo un secolo prima. Gli Zuni creavano formelle per mosaici, mentre i Navajo lo usavano abbinato all'argento per creare gioielli.

Francese: Turquoise - Inglese: Turquoise - Tedesco: Türkis - Spagnolo: Turquesa


TURCHINICCHIO  
Colore tendente al turchino, o al turchino sbiadito.

TURCHINO  
Colore azzurro cupo, tendente al viola, freddo come quello della fata di Pinocchio.
 

          V          
 

VAIO  
Dal latino varius, variegato. Punto di grigio nereggiante, o un qualsiasi colore che tende al nero, come il turchino dell'uva matura, o il corpo bruno di certi occhi, e anche un qualsiasi colore spruzzato di nero.
 
VANIGLIA
È un beige con una leggera punta di giallo.

VERDASTRO  
Colore verde impuro, indeciso, non bello. Ma per un verde che non sia propriamente verde, quando la tinta è bella, meglio dire verdigno o verdiccio.

Francese: Verdâtre - Inglese: Greenish - Tedesco: Grünlich - Spagnolo: Verdáceo

VERDE  
Dal latino vĭrĭdis, derivato del tema di virere "essere verde" (detto delle piante), "essere vigoroso" di etimo oscuro. Uno dei colori dello spettro della luce visibile: è uno dei tre colori primari (insieme con il rosso e il blu), dalla cui sintesi additiva si ottengono i restanti colori, e può essere ottenuto dalla sintesi sottrattiva di giallo e blu. In natura è il colore caratteristico dell'erba e delle foglie nel periodo vegetativo. Le gradazioni e sfumature possono essere qualificate o da un aggettivo di tonalità: verde chiaro, verde scuro; o dal nome di un altro colore a cui tende: verde azzurro, verde biondo, verde bruno, verde cilestro, verde giallo, verde grigio (o grigioverde), ecc. (alcuni anche in grafia unita, verdeazzurro o verdazzurro, ecc.); o, infine, specialmente nel linguaggio della moda, dall'aggiunta del nome di cose note caratteristiche: verde bandiera, verde biliardo, verde bottiglia, verde foresta, verde gemma, verde lauro, verde malva, verde mare, verde oliva, verde oro, verde palude, verde papiro, verde penicillina, verde pino, verde pioppo, verde pisello, verde pistacchio, verde ramarro, verde rame, verde reseda, verde smeraldo, verde sottobosco.

Capo iconico: eskimo (giaccone sportivo)
Logo iconico: Benettoon, Lacoste (coccodrillo)

Francese: Vert - Inglese: Green - Tedesco: Grün - Spagnolo: Verde 


Missoni - autunno 2012  




VERDE CARAIBI
È
una sfumatura medio scuro di verde-turchese. Inglese: Caribbean green.

VERDE CHARTREUSE
Verde giallo, poco più pieno del lime. 

VERDE ELETTRICO
Questa gradazione di verde è quella più luminosa possibile da riprodurre su uno schermo di computer.

VERDEGAIO  
Indica un punto di verde molto vivo.

VERDE INDUGIO  
Nome dato in Toscana (regione dell'Italia) ad una tonalità di verde molto cupo.  

VERDE INGLESE 
Verde scuro, quasi bottiglia, associato un tempo alle auto da corsa inglesi. 

VERDE KELLY
È ottenuto mescolando il ciano e il giallo in proporzioni uguali.

VERDE LICHENE
Verde pallido un po' grigiato.

VERDE LINFA
Verde chiarissimo, biancastro.

VERDE MARCIO  
Merita una specifica voce, in quanto si trova in particolare nel linguaggio della moda, questo verde di tonalità cupa ed opaca.

VERDE OLIVA  
Tonalità scura di verde-bronzato tendente al giallo scuro ("giallastro"), tipico delle olive verdi. Il termine verde oliva è stato utilizzato per la prima volta nel tardo medioevo. È il colore utilizzato nelle divise dei militari dell'esercito italiano. Anche chiamato verde militare. Legato in origine alle uniformi dell'esercito, il verde oliva si è imposto in seguito  sulle passerelle della moda femminile e maschile e nel guardaroba dei civili, evocando la coscienza ambientalista, una sensualità legata alla terra e (naturalmente) il classico military chic ed abbigliamento sportivo.

Francese: Vert olive - Inglese: Olive green - Tedesco: Olivgrün - Spagnolo: Verde oliva

verde oliva sulle passerelle femminili 


VERDERAME  
Tonalità di colore, dal nome della tinta verde del bronzo ossidato. 

STORIA - Gneo Giulio Agricola (politico e militare romano, 40 d.C. - 93 d.C.) racconta che il verderame «fu portato per la prima volta in Germania dalla Spagna», da cui si può dedurre che fosse un prodotto dell'alchimia araba. Persino Teofilo quattro secoli prima lo definisce viride hispanicum e nel tedesco moderno è tuttora chiamato Gritnspan. Un verde artificiale contenente rame, elencato nell'inventario dei beni di Griinewald dopo la sua morte nel 1528, è indicato semplicemente come alchemy grun. Il medioevale vert-de-Grèce ("verde della Grecia") sottintende un'origine greca; anche la Mappae clavicula lo chiama viride grecum. Gli antichi greci lo usarono di sicuro e di certo non furono i primi.

VERDE RESEDA
Verde medio, leggero, grigiastro; colore equivocabile con il colore delle foglie.  

VERDE SALVIA
È una variazione di verde, timbrata fortemente di grigio.        

VERDE SECCO  
Colore simile a quello delle foglie che cominciano a inaridire: un verde spento, velato di grigio bruno.

VERDE SMERALDO
Dal latino smaragdus (attraverso una forma pop. *smaraudus), a sua volta dal greco σμάραγδος, gemma, voce di origine orientale. È una tonalità di verde vivo e lucente, dove la pietra preziosa  a cui fa riferirimento è assunta come termine di raffronto. Conosciuto come verde di Parigi, verde di Schweinfurt.

VERDE ULIVO
Verde più grigiastro dell'oliva. 

VERDOGNOLO  
Di un colore verde mescolato ad altre tinte, perlopiù con effetto sgradevole.

VERMIGLIO (rosso)  
Dal provenzale vermelh. Colore rosso acceso, scarlatto, meno intenso del carminio. 

Francese: Vermeil - Inglese: Light red - Tedesco: Hellrot - Spagnolo: Rojo claro

VERT COROT
Verde-blu; colore iconico di Gucci.

VERZINO  
Nell'industria tessile di Prato, il termine riferito agli stracci, indica il colore verde chiaro. 

VINOSO
Dal latino vinosus, derivato di vinum «vino». Colore rosso cupo e intenso.

VIOLA  
Per indicarlo nel latino medioevale si usava subniger, "seminero". Colore tra il turchino e il rosso scuro. Poco frequente in natura. Anticamente si faceva mescolando la robbia con il guado.




SIMBOLI, MITI E CREDENZE - In Italia e in altri paesi in Europa è stato associato al mezzo lutto, quello che si allontana nel tempo. Evoca la vecchiezza femminile, dolce come i riflessi malva dei cappelli delle donne attempate. Il viola è il colore liturgico della Penitenza, dell'Avvento e della Quaresima. Poiché nel Medioevo durante la Quaresima erano vietati gli spettacoli, tra i teatranti italiani è ancora oggi un colore da evitare. È diventato, tardivamente, il colore del vescovo nella Chiesa Cattolica Romana, cosa piuttosto eccentrica.

VIOLACEO  
al latino violacĕus. Che è di colore viola o tendente al viola. Altri sinonimi: violato, mauve, gridellino, grisellino.

VIRIDITÀ  
Dal latino viriditas (atis).  Termine raro, usato anche dal Boccaccio. Indica il colore verde.

 
          Z          

 
ZAFFERANO  
Nome volgare della pianta Crocus sativus delle Iridacee, spontanea e coltivata in Italia. Il primo uso documentato di zafferano come nome di questo colore fu in inglese, nel 1200. Gradazione di giallo intenso, tendente all'arancione.  che ricorda il colore della spezia. 

Come tintura naturale il Carthamus tinctorius, detto anche "zafferano falso" o "bastardo" o "zafferone".  

ZAFFIRO  
Dal latino sapphìrus, a sua volta dal greco σάπφειρος sàppheiros, a sua volta da una lingua semitica, forse dal sanscrito शनिप्रिय zanipriya ‘sacro a Shani/Saturno’. Colore  azzurro, limpido e trasparente, simile a quello dell'omonima pietra.

ZUCCA  
Tonalità di arancione, colore che ricorda l'omonimo vegetale. Nuance calda e golosa, che rallegra le giornate uggiose e regala subito un'aria sofisticata.  



Rames Gaiba


:: Pagina i​​​​n costante aggiornamento dal marzo 2010 ::

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Alcune di queste informazioni sono state tratte da documentazione di
AICTC - Associazione Italiana di Chimica Tessile e Coloristica



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